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domenica 28 febbraio 2016

" Un semplice gesto di tenerezza" di Akli Tadjer


" Perché fai questo per me, Adèle?
  Per lo sguardo che hai saputo posare su di me."

" Da un lato speravo che l'operazione riuscisse, perchè nessuno merita di essere cieco. Subito dopo 
  mi sorprendevo a sperare che l'intervento fallisse per tenerlo tutto per me."


"Un semplice gesto di tenerezza" è un romanzo d'amore piacevole e non scontato, delicato ma non troppo, romantico ma non stucchevole, ambientato a Parigi (e già per questo ha un valore aggiunto).
La protagonista Adèle è una tipa apparentemente un pò sfigata perchè all'alba dei trent'anni è single non per scelta, non ha un'eclatante vita sociale perchè in fondo non la vuole, esteticamente non è una gran bellezza, ma soprattutto dirige un'impresa di pompe funebri ereditata dai genitori.
In realtà Adèle è una tipa tosta, che non si piega ai conformismi, che tira dritta per la sua strada, che se la cava bene sul lavoro ironizzando sulla morte e su ciò che le gira attorno, e soprattutto affronta a suon di tubetti di latte condensato il confronto con la sorella maggiore Rose, bellissima e perfetta, e l'affascinante e sensualissima coinquilina Leila.
Ovviamente ad Adèle manca l'amore con la A maiuscola, dopo varie storie sfortunate e a volte nemmeno mai iniziate, dopo una gioventù passata a far da tappezzeria.
L'incontro con Lèo è folgorante ma non privo di ostacoli, perchè purtroppo Léo non vede se non qualche ombra, e come scoprirà poi Adèle ha alle spalle un passato non banale e anche un pò ingombrante.
La cecità di Léo si rivela essere non solo un ostacolo, ma anche una sorta di protezione e rifugio per Adèle così insicura e scontenta del suo aspetto fisico...nonostante questo riuscirà ad affrontare la situazione di petto, a testa alta, andando contro le sue antiche insicurezze e lottando per regalare una possibilità a Léo nonostante tutto.

Ho trovato in questo libro una protagonista sorprendente, per niente patetica, una Bridget Jones alla francese
che meriterebbe solo il lieto fine.
L'ironia tiene alto il morale di tutta la storia e riesce a non renderla pesante; insomma una lettura piacevole, da commedia romantica.


" I perduti tasselli della felicità" di Giusy Aloisio


" Be', forse è per questo che la gente si ammala, per ricordare lo scopo della propria vita: vivere."

" Questa volta non sarei rimasta a guardare, avrei preso in mano la mia vita per farne ciò che davvero volevo: niente."

Non amo fare recensioni negative e speravo davvero di apprezzare questo libro, opera prima di una scrittrice giovanissima, ma così non è stato.
Non so dire esattamente cosa non funzioni; la storia è realistica, ispirata a fatti di cronaca all'ordine del giorno, è una storia molto forte e cruda, narrata in prima persona da Caterina, sedicenne nata e vissuta in un povero borgo del Sud Italia privo di opportunità ma imbevuto di omertà.
Caterina ha una famiglia degradata; padre violento e madre depressa che aspira solo al suicidio e a rinfacciare il suo fallimento di donna alla figlia adolescente.
In un vortice di eventi funesti Caterina conoscerà Salvatore, il suo grande amore platonico, ma anche qui non potrà sperare nel lieto fine, non ancora...

Ecco le premesse c'erano, ma la scrittura non coinvolge, non sono riuscita ad appassionarmi abbastanza, ad affezionarmi alla protagonista. Forse è tutto troppo breve (144 pagine) e concentrato, poco approfondito, i capitoli sono brevissimi e si tende a perdere sfumature, emozioni, sfaccettature.

Un romanzo che non mi è entrato nel cuore, con mio grande rammarico.


martedì 23 febbraio 2016

" L'amore non è mai una cosa semplice" di Anna Premoli


" Questa specie di sensazione inebriante è qualcosa di divino, e non mi rendo conto di come possa aver passato tanto tempo senza sentire fin dentro le ossa questa specie di connessione magica con un altro essere umano."

" Quindi, appurato che, per qualche mistoerioso motivo, tra tutta la gente che hai incontrato nella tua vita proprio QUELLA persona specifica - magari la più imperfetta - è anche l'unica che ti fa battere il cuore, non rimane che seguire l'istinto e lottare. E non perchè si è romantici o pratici. No. La verità è che spesso si segue il cuore perchè ci si sente una vera schifezza senza quel pezzettino che ci hanno strappato via.
Quindi non è questione di scelta. 
Proprio per niente."


Non conoscevo l'autrice e ho deciso di leggere questo romanzo dopo aver letto qualche recensione qua e là. Confesso che all'inizio stavo per abbandonarlo, mi sembrava qualcosa destinato a lettori poco più che adolescenti, ma poi la storia mi ha catturata e non me ne sono pentita.
Lavinia e Sebastiano vivono a Milano e frequentano lei la Bocconi e lui il Politecnico, si conosceranno grazie ad un progetto che unisce le due università e che inizialmente pare a tutti una cattivissima idea.
Sebastiano e è un vero nerd e sembra non volersi aprire in nessun modo alla personalità socievole e spigliata di Lavinia, che però da subito si porrà come obiettivo quello di portarsi a casa i crediti necessari alla laurea e per cui l'aiuto di Seb è indispensabile, e riuscire ad abbattere quei muri inspiegabilmente indistruttibili che li separano.

Di sicuro è una storia leggera, giovane, senza drammi nè tragedie, è la semplice (si fa per dire) storia di un amore, dell'inizio di un amore, che ci riporta tutti indietro nel tempo; alla fase della conoscenza, alle sue difficoltà, a quei dubbi e quelle insicurezze così destabilizzanti che regalano però emozioni uniche e irripetibili.

Ecco, la chiave del successo di questo romanzo è tutta lì; ci tiene incollati alle pagine perchè ci fa rivivere emozioni spesso dimenticate, sopite nella quotidianità della vita adulta, e lo fa in modo esemplare e con tanta ironia, facendoci davvero tornare indietro nel tempo, a quel primo bacio, a quella prima litigata, a quella prima volta...

Un salvifico tuffo nel passato.Vale la pena? direi proprio di sì.


giovedì 18 febbraio 2016

" Acquanera" di Valentina D'Urbano


" Aveva un odore strano. Non riuscivo ad accettarla fino in fondo.
  Però mi voleva bene, e le persone che ti vogliono bene non le scegli tu.
  Sono loro che scelgono te, e non puoi fargli cambiare idea, mai. Non ti dimenticheranno e non
  smetteranno mai di volerti bene. O di voler bene al tuo ricordo." 

" Sei coraggiosa perchè mi vuoi bene, e a me non mi vuole bene quasi nessuno. E' facile amare quelli
  che sono amati da tutti. Essere amato ti rende bello. Ma per amare qualcosa che nessuno vuole,
  serve coraggio."

" Il cielo è azzurro e freddo dovunque, pensai, in qualunque parte del mondo. Dovunque stai è uguale,
  quello che hai te lo porti dentro."


"Acquanera" è un romanzo apparentemente molto diverso dai precedenti della stessa autrice, ma le emozioni che riesce a trasmettere attraverso la sua scrittura unica sono sempre molto forti.
Diverso solo apparentemente, perchè in fondo ci sono diversi punti in comune con Il rumore dei tuoi passi e Quella vita che ci manca; l'ambientazione decadente (non siamo più alla "Fortezza" ma Roccachiara non è da meno), i protagonisti ai margini, la solitudine, un amore non convenzionale, una storia "maledetta", legami viscerali e autodistruttivi.
Tre generazioni di donne unite dallo stesso destino sfortunato; vivere a Roccachiara, un paesino di mille anime arroccato sopra un lago scuro che fa paura, ed essere isolate dalla comunità perchè considerate delle streghe, o portatrici di sfortuna.
Elsa, Onda e Fortuna; nonna, madre, figlia che non saranno mai una vera famiglia.
Elsa che cresce Onda da sola ma fallisce nel suo ruolo di madre e recupera poi in quello di nonna, facendo da madre a Fortuna.
Onda dominata dalle sue capacità di parlare con i morti, e totalmente incapace di amare e di essere madre.
Fortuna che vuole essere diversa, che vuole sfuggire a quel destino già scritto, anche grazie all'amicizia e ai sentimenti che la legheranno per anni a Luce.
Luce che è contenta di quello che ha, Luce che non ha nulla, Luce che viene evitata dal mondo perchè su di lei aleggia un'ombra sinistra, un'ombra scura che forse solo Onda può vedere.

Definire questa storia è quasi impossibile; un noir? una storia dai risvolti metafisici? Non lo so e forse non è importante; ciò che importa è che anche questa volta l'autrice ci emoziona, ci stupisce, ci coinvolge, ci fa amare questi strani personaggi nonostante tutto, scava nelle profondità meno edificanti dell'animo umano e ci trascina verso un finale inaspettato.
Leggendolo, ho trovato diverse analogie con "L'amica geniale" di Elena Ferrante, l'amicizia tra Fortuna e Luce soprattutto mi ha riportata spesso a pensare a quel libro che ho molto amato.

"Acquanera" è senza dubbio un romanzo da leggere, facendosi trasportare in quell'atmosfera dominata da un lago che tradisce, proprio come fa la vita, proprio come fanno le persone. E' un romanzo che ti segna, che non si dimentica.

Ancora una volta, lode a Valentina D'Urbano.






lunedì 15 febbraio 2016

" La notte che ho dipinto il cielo" di Estelle Laure


" I ricordi scivolano via, se non trovi il tempo e il modo di farli restare."

" La maggior parte delle persone passa la vita a vacillare. Non si concedono mai di cadere, neanche
   di provarci. Vanno avanti a fare quello che pensano di dover fare. Non cercano mai di scoprire 
   qual'è la loro vera natura, perchè significherebbe tirare fuori un coraggio che molti non hanno."


Novità editoriale concessami in anteprima dalla De Agostini, fa parte della collana Young Adult ed è reduce da un grande successo negli Stati Uniti.
Lucille non ha ancora compiuto diciotto anni quando la madre, ufficialmente partita per una vacanza, abbandona lei e la sorellina di dieci anni Wrenny.
Da quel momento la vita di Lucille inizia ad andare in pezzi ed è costretta a crescere all'improvviso; bollette da pagare, la sorellina da accudire, una casa da mandare avanti, continuando però a studiare e facendo i conti con un padre che non ha saputo far fronte alle sue responsabilità e ha mandato a rotoli l'equilibrio della famiglia.
Per sopravvivere e tentare di non far troppo pesare la situazione a Wrenny, Lucille dovrà mettere da parte la sua timidezza e mettersi in gioco su tutti i fronti, con l'aiuto della sua migliore amica Eden e del suo gemello Digby, con cui è cresciuta.
In questa storia, che ho trovato eccezionale e ho letto in modo compulsivo in un paio di giorni, i sentimenti sono i veri protagonisti e non hanno mezze misure.
L'amore di Lucille per sua sorella, che tenta di proteggere come può e la induce a cercare di tenere segreta la loro disperata situazione, evitando che i servizi sociali distruggano quel poco che è rimasto della loro famiglia.
Il sentimento di amicizia profonda che lega da anni Lucille ad Eden e che saprà andare contro il destino, anche quando sembra sfuggir loro di mano e travolgerle con la sua spietata fatalità.
L'amore taciuto per Digby, che invade ogni cellula del corpo e della mente di Lucille, che non la fa respirare, che la fa illudere e subito disilludere e le rende tutto ancora più complicato ma la fa sentire viva nel bene e nel male.
L'affetto nonostante tutto per i genitori, che pensa di odiare ma che scoprirà di essere ancora in grado di perdonare e riaccogliere se mai succederà.
La solidarietà da chi meno se la aspetterebbe, da quegli "angeli" di cui ignora quasi l'esistenza e che ci ricordano che forse a volte non c'è solo cinismo ed indifferenza intorno a noi, forse non siamo poi così soli come crediamo.

Un libro bellissimo, capace di risvegliare in noi la forza struggente delle emozioni che si provano soltanto durante l'adolescenza, e che per questo ci tiene incollati alle pagine sperando che non arrivi mai l'ultima.
Un romanzo d'esordio capace di commuovere, stupire, destabilizzare il lettore senza tanti artifici e ricorda ad ognuno di noi "quella notte che abbiamo dipinto il cielo", perchè per tutti c'è almeno una notte così.




venerdì 12 febbraio 2016

" Ninnananna Ninna-o " - Edizioni La Coccinella

" ...di binari non ne ha:
  ama la sua libertà"

" Lo dò al sonno, che lo piglia
   e gli soffia sulle ciglia
   poi lo prende per la mano
   dolcemente, piano piano..."

Questa è una recensione particolare ma che tengo a fare perchè, avendo un bimbo piccolo, sono sempre alla ricerca di libri piacevoli sia per lui che per me, e i migliori sono sempre quelli editi da La Coccinella.
Casa Editrice specializzata in libri per bambini, esiste dal 1977 ed è famosa per aver inventato i libri coi buchi, come questo della collana " I buchini" e com'è anche " Di mille e un colore" che apparteneva a me quando ero bambina e leggo ancora oggi a mio figlio.
" Ninnananna Ninna-o " in particolare è secondo me degno di nota perchè i genitori sono sempre in cerca di libri da leggere prima della buona notte, per rilassare ma anche divertire e creare insomma la giusta atmosfera, e questo ci riesce pienamente.
E' ricco di illustrazioni colorate e semplici, le frasi in rima sfiorano la poesia ed è piacevole da leggere ad alta voce. Inoltre resta bene in mente; anche quando non lo leggiamo per un pò di tempo, il mio bimbo di tre anni ricorda benissimo le frasi in rima come se l'avesse letto la sera prima.
Consigliatissimo.



Progetto di Carlo Alberto Michelini
Illustrazioni di Giulia Orecchia
Testo di Giovanna Mantegazza


giovedì 11 febbraio 2016

" Quando all'alba saremo vicini" di Kristin Harmel


" Credo fermamente che la musica sia un dono immenso nella vita; è in grado di mettere in comunicazione le persone in un modo che le parole non permettono."

" -Ogni volta che si crea un vuoto si riempie di qualcosa che ti rende diverso da quello che eri prima -
   (.....) Cambia il corso della tua vita."


Dopo la morte prematura dell'amatissimo marito, la vita dell'allora neanche trentenne Kate non è stata più la stessa. Sono passati dodici anni e le si prospetta l'illusione di poter finalmente ricominciare a vivere, grazie ad un nuovo amore apparentemente perfetto e ad un lavoro che ama. All'improvviso però dei sogni più somiglianti a delle vere apparizioni, degli stralci della realtà che potrebbe essere stata se Patrick non fosse morto, iniziano a sconvolgere di nuovo la sua esistenza e a rimettere tutto in discussione.
Ecco l'originialità di questo emozionante romanzo, che si snoda su due realtà parallele; l'attuale vita di Kate e la vita che avrebbe vissuto se il marito Patrick non fosse morto.
Il tema del lutto prematuro, che in questo caso interrompe un grande amore (forse un pò troppo grande e perfetto) poco dopo il matrimonio, è il filo conduttore di tutta la storia, coinvolge diversi personaggi tra cui la migliore amica di Kate, Gina, anche lei vedova, la ex suocera e madre di Patrick, Joan, con cui Kate continua ad avere un rapporto molto forte, e il nuovo amico e professore Andrew, che perse il fratello in tenera età. Tutti sono in qualche modo sopravvissuti a dolori fortissimi, sono orfani di legami indissolubili e ognuno di loro è andato avanti a suo modo ma senza poter mai dimenticare.
La maternità negata è un altro tema molto importante; il più grande rimpianto per Kate è non aver avuto figli con Patrick, e il fatto di non poterne più avere ora la devasta e la porterà probabilmente a prendere una strada del tutto nuova.
Un altro merito dell'autrice sta nel farci scoprire il mondo delle persone ipoacustiche, soprattutto dei bambini e adolescenti, spesso rifiutati dalle famiglie di origine o vittime di realtà difficili, che Kate scoprirà di poter aiutare paradossalmente attraverso la sua professione, la musicoterapia
Un romanzo emozionante e ben scritto, che ha forse l'unica pecca di essere un pò troppo lungo in alcuni passaggi e un pò stucchevole e ripetitivo in altri, ma sicuramente una lettura piacevole ed appassionante,  pervasa di speranza e ottimismo.


sabato 6 febbraio 2016

" Lasciando casa" di Anita Brookner


" Te la immagini la casa ideale, un posto dove desideri stare? A volte peso che potrei essere più felice da qualche altra parte. Non felice, attenzione: più felice. Se mi capita di vedere una casa piuttosto normale penso, sì, una cosa del genere. Forse soltanto per un dettaglio, una tenda gonfiata dal ventoa una finestra del piano di sopra...."

" Sapevo, quasi con fede superstiziosa, che non bisogna mai tornare indietro, mai ripercorrere i propri passi nella speranza che tutto torni come prima, perchè non accade mai."


Se vi piacciono i romanzi introspettivi e completamente al femminile, da leggere con molta attenzione,questo è quello che fa per voi.
Anita Brookner scava in profondità nella mente e nel cuore di Emma Roberts, ragazza inglese di fine anni Settanta, non ancora trentenne e neolaureata, la cui vita non ha ancora spiccato il volo, e forse mai lo farà.
Emma abita ancora con la madre, una donna sola e taciturna, concentrata soltanto sulla lettura, senza una vita sociale e senza nessuna voglia di averla, e lei stessa pare seguire le sue orme.
Emma vuole allontanarsi da casa e soprattutto è ossessionata dal desiderio di averne una soltanto sua, senza le incursioni dell'odiato zio Rob.
Allo stesso tempo non riesce a trovare la sua strada, è inquieta, si sente sempre fuori luogo e anche quando sembra aver preso la decisione di vivere a Parigi, dove si è recata per approfondire lo studio della progettazione di giardini, ogni sua convinzione viene continuamente smentita dai suoi stessi dubbi, dalle sue paure, dalla sua mancanza di voglia di fare.
La cosa più semplice sembra vivere alla giornata e farsi trasportare dai pochi eventi che segnano la sua vita.
Anche i nuovi rapporti di amicizia o poco più che Emma prova ad instaurare sono perlopiù inconcludenti e sempre piuttosto tiepidi; l'amica bibiotecaria Francoise, gli uomini che lei definisce compagni ma sono in realtà poco più che amici, il misterioso Michael e il disilluso Philips.
Un romanzo impregnato di solitudine, dubbi, illusioni, tristezza, una scrittura elegante che ci riporta indietro nel tempo, ai classici e alle loro tormentate protagoniste.



mercoledì 3 febbraio 2016

" Nessun requiem per mia madre" di Claudiléia Lemes Dias


" Ve l'ho data io, la vita. Vivere è una concessione che vi faccio."

" Ti perdono e ti ringrazio per avermi lasciato qualcosa in cui credere. 
   Qualcosa che è il contrario di te"


Il rapporto con la propria madre è sempre complicato e pieno di contraddizioni e sfaccettature, ma esistono madri che non potremmo mai immaginare, che sembrano uscite da un racconto dell'orrore pur non avendo mai usato violenza fisica nei confronti dei propri figli, e questo è il caso di Genuflessa De Benedictis, la protagonista di questo libro breve ma intenso.
La storia è raccontata sottoforma di monologo (suddiviso in capitoli col nome dei Dieci Comandamenti) da parte di Genuflessa stessa, ormai anziana ma non per questo meno odiosa. Soltanto nel primo e nell'ultimo capitolo sentiamo la voce di Franco, l'unico dei tre figli maschi che ci sembra normale e non completamente annientato dalla a dir poco ingombrante figura materna.
La situazione familiare di cui narra la madre è surreale; una donna violata da piccola (si tratta di un caso di incesto, ma non per questo ci sembrerà giustificata o ce la renderà meno detestabile) che non riesce più in tutta la sua vita ad avere un rapporto sano col genere maschile ma nemmeno con qualsiasi altra persona sulla faccia della terra.
Genuflessa, cattolica fervente anzi fanatica, misantropa, razzista, tiranna, sprezzante, completamente concentrata su se stessa e che per tutta la vita non farà altro che far pesare a chiunque ma soprattutto al povero marito siciliano Massimiliano, la superiorità della sua ricca famiglia d'origine.
Il suo procreare diventa una rivalsa; i figli sono per lei suoi schiavi, bastoni della sua vecchiaia, entità non indipendenti e autonome bensì figure che esistono solo grazie a lei, la sola che possa gestire in tutto e per tutto la loro vita.
Stefano e Aldo rappresentano quindi la sua gloria; cinquantenni senza una vita propria, vivono con lei e per lei, completamente annientati come il marito, che per quieto vivere o terrore puro accetta l'oblio.
Franco è il figlio minore e fin da piccolo mostra segni di insofferenza e ribellione che la madre tenta in ogni modo, soprattutto attraverso la tecnica dei sensi di colpa, di domare.
Quando Franco confesserà di avere una compagna brasiliana, Genuflessa perderà del tutto la ragione, se mai l'avesse avuta, e innescherà un meccanismo fatale alla sua "amata" famiglia.


Un romanzo breve che si legge molto velocemente e che fa riflettere e che smaschera apparenze e debolezze, perbenismo e religiosità, e che risulta molto attuale in questi tempi di Family Day, perchè spesso le famiglie "tradizionali" sono proprio le peggiori.
E attenzione, si tratta di una storia vera.

lunedì 1 febbraio 2016

Anteprima De Agostini YA - La notte che ho dipinto il cielo



Non posso ancora pubblicare la recensione di questo libro, letto in anteprima grazie a De Agostini, ma vi consiglio di prenotarne subito una copia; uscirà il 16 febbraio e merita davvero.