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lunedì 27 giugno 2016

" Ragazze mancine" di Stefania Bertola


" A spingermi non era un particolare amore per il denaro, o il desiderio di comprarmi molte cose. Il mio obiettivo era un altro: non volevo dover mai nella mia vita lavorare, e volevo invece trascorrere la mia intera esistenza a leggere, ascoltare musica, vedere i posti e imparare cose. Volevo una vita da dedicare al piacere di studiare."

" Più ne sento parlare, di questa cognata, più mi fa venire in mente Guenda. Esisteranno anche cognate adorabili, ma certo io non ne conosco."




Adele conduce una vita agiata che è poi la vita che ha sempre sognato; non lavora, dipende da un marito ricco, e non fa nemmeno la casalinga. Adele è cinica e sufficientemente egoista da non desiderare figli, cani o qualsiasi altro tipo di legame affettivo che possa vincolare la sua libertà.
Improvvisamente però si ritroverà povera, senza casa, e obbligata a provvedere a se stessa e ad un cane.
Al culmine della disperazione, ecco che nella sua vita entra Eva con la figlia poco più che neonata, e a causa di un medaglione trovato casualmente da Eva, le loro vite prenderanno strade improbabili.

Difficile spiegare davvero un romanzo come "Ragazze mancine", difficile incasellarlo in un genere e dargli un'unica chiave di lettura.
E' un romanzo al femminile, in cui le protagoniste sembrano esattamente l'opposto di ciò che sono in realtà. Adele inizialmente è detestabile ma finisce per risultare geniale e di un umorismo irresistibile, Eva appare come una scapestrata ma alla fine risulta inaspettatamente saggia e responsabile.
L'autrice ci narra con grande maestria le vicende di una galleria di personaggi così vasta e ben assortita da non risultare mai noiose, e per farlo usa il pretesto di un equivoco legato al medaglione da cui Eva non si separa mai, e che alla fine sarà la chiave di tutto.
E' un romanzo degli equivoci, è la possibile sceneggiatura di un film; il ritmo incalzante, gli intrecci ben riusciti, i tempi perfettamente incastrati, l'originalità.
Ecco, l'originalità direi che è proprio il punto forte di questo libro, da cui le protagoniste femminili escono vittoriose a discapito di quelle maschili, in nome dell'indipendenza, dell'autostima e dell'emancipazione che non sono ancora del tutto scontate.
Insomma un bel libro, uno stile fresco e brillante, un'autrice originale e ironica, e chissà che magari prima o poi "Ragazze mancine" non diventi anche un film.




venerdì 17 giugno 2016

" Il luogo del cuore" di Emily Giffin



" -La nostra relazione è cominciata all'improvviso.- dice mentre mi concentro sulla parola "relazione". -Molto all'improvviso. Non lo conoscevo per niente e poi è diventato tutta la mia vita.-"

" Comincio a capire che non ho risposte e quanto è difficile essere genitori. Essere parte di qualunque relazione."


Marian vive la vita che avrebbe sempre voluto; celebre produttrice televisiva, ricca e con una bella casa a New York, un fidanzato potente e gentiluomo, aperitivi e cene in locali chic, abiti costosi.
Per avere questa vita però ha dovuto mettere a tacere una parte di sè e custodire un segreto molto ingombrante, almeno fino al giorno in cui la diciottenne Kirby non busserà alla sua porta, facendo riaffiorare in lei ricordi, rimpianti e quella Marian che aveva ormai dimenticato potesse esistere ancora.

"Il luogo del cuore" a dispetto del titolo banale è un bel romanzo, che affronta tematiche importanti quali l'adozione, l'aborto, la ricerca delle proprie origini, la caducità delle apparenze.
Narrato in prima persona a voci alterne, quelle della trentaseienne Marian e della diciottenne Kirby, coinvolge in un crescendo di curiosità nei confronti delle loro rispettive vite e personalità, delle storie d'amore passate e presenti che ci fanno scoprire personaggi maschili indimenticabili.
Grazie ad una scrittura fluida e mai noiosa, ad una descrizione minuziosa di New York e delle sue "manie", ad un affresco della provincia americana e ad una galleria di personaggi interessanti, nonchè ad un'attenta analisi delle dinamiche interiori femminili, risulta impossibile non lasciarsi coinvolgere fino alla fine e a non sentire la mancanza di Marian, Kirby, Conrad e tutti gli altri.

Un bestseller americano degno di questa fama.



lunedì 6 giugno 2016

" Pensavo di scappare con te" di Francesco Gungui


" Chissà se erano felici sul serio. Nelle foto sembriamo sempre tutti felici. Perchè tutti ti dicono - Sorridi- e tu sorridi. Nessuno ti dice - Ehi bella, stai ferma e tira fuori l'espressione che corrisponde al tuo stato d'animo." Ma è un peccato. Le foto ricordo sarebbero molto più veritiere."

"...io penso che se fosse un animale non si preoccuperebbe. La preoccupazione è un sentimento tutto umano, gli animali hanno paura, non si preoccupano. O forse anche gli umani hanno paura, ma preferiscono chiamarla preoccupazione."


Non tutti gli Young Adult escono con il buco; è questo il caso di quest libro di Francesco Gungui.
Ero stata fortunata, avendo letto finora Young Adult veramente interessanti, non destinati esclusivamente a lettori giovani o adolescenti, e pensavo che questo romanzo fosse altrettanto promettente, ma mi sbagliavo.

La trama sembrava originale; promette bene ma poi si perde in una leggerezza stucchevole e che sfiora l'assurdo.
La protagonista diciassettenne Alice, alle prese con una storia d'amicizia che vorrebbe essere qualcosa di più ma che lei e Luca non riescono a far decollare veramente, si ritrova da un giorno all'altro a fare i conti con la separazione dei suoi genitori e con i postumi di un gravissimo incidente stradale (in cui riponevo le mie speranze per risollevare almeno un pò le sorti della storia), a causa del quale subisce un trauma che non le permette più di filtrare ciò che le passa per la testa. All'improvviso Alice dice tutto a tutti; alla sua amica sfigata che è grassa e triste, al suo vicino di casa che è un idiota perchè vive ancora con l'anziana madre, ecc.ecc.
Questo il fulcro della storia, che si dilunga davvero troppo in oltre duecento pagine di banalità, condite da descrizioni di Milano degne di una guida turistica.

Se avete voglia di una lettura leggera e adolescenziale, questo libro fa per voi. Altrimenti, lasciate perdere.