Amazon Prime Student

mercoledì 21 novembre 2018

" Se mi guardo da fuori " di Teresa Righetti





" Mi sento così mentre penso che non va bene - che le persone mi scelgono e io non le scelga mai."

" Le cose finiscono sempre mentre sei girato a guardare da un'altra parte."

Serena ha venticinque anni, si sta per laureare e nel frattempo lavora stagionalmente in un locale milanese.
Questa la trama del primo romanzo di Teresa Righetti (pubblicato da DeA), che utilizza la sua opera prima per mettere in scena il suo alter ego (la scrittrice è giovane, laureata in lettere e lavora come cameriera).
Serena ha sicuramente ottime capacità di osservazione, è una ragazza introspettiva, insicura e si sente invisibile anche tra la folla in cui è abituata a lavorare, si sente invisibile fino a quando conoscerà Leo, suo coetaneo ma molto diverso da lei e parecchio problematico.

Ora, io devo ammettere di non aver compreso questo romanzo. Davvero, non l'ho capito, o meglio, non ho capito dove volesse arrivare. Fin dall'inizio si è portati ad aspettare il colpo di scena, la svolta che dia un senso alla storia (ma quale storia???), e invece ciò non accade, perchè tutto il romanzo ruota intorno al Chiosco, il locale dove Serena lavora e trascorre la maggior parte del suo tempo. Serena descrive i clienti, quelli abituali e quelli meno, il proprietario,gli altri suoi colleghi, riporta minuziosamente dialoghi con poco senso, abitudini di questo e quell'altro, riporta minuziosamente i le sue stesse azioni, seppur davvero poco interessanti, e tutto risulta piuttosto insipido, debole, senza sbocchi degni di nota. Ci si trascina faticosamente fino all'ultima pagina, senza aver trovato la chiave di lettura che ci si aspettava di trovare.

A suo favore ci sono i temi dell'alienazione, del sentirsi soli e invisibili in una città non facile come Milano, c'è la sua scrittura che è laboriosa, minuziosa, introspettiva, ma il romanzo per me non trova la sua ragion d'essere, non coinvolge, non decolla, e non me la sento di salvarlo.
Peccato.




giovedì 1 novembre 2018

" Per lanciarsi dalle stelle" di Chiara Parenti - Garzanti



" La ragazza che non aveva paura di niente è stata uccisa dal Terrore. Io, invece, terrorizzata dalla vita, sono ancora qui."

" -Quello che ci serve, piccola, è solo un unico, singolo, magnifico istante senza paura.  È in quell'istante che si fanno le cose più impensabili.-"

" Perchè se c'è una cosa che ho capito da tutta questa impresa è che sono proprio le cose che non voglio fare quelle di cui ho più bisogno."



Comincio subito col dire che ogni volta che leggo un libro di Valentina D'Urbano, per fortuna o purtroppo quello che viene dopo è molto probabile che deluderà le mie aspettative e ci metterò molto tempo a finirlo, è quasi sempre così e il povero "Per lanciarsi dalle stelle" di Chiara Parenti non ha fatto eccezione.

Pur essendo un romanzo fresco, scorrevole, semplice, ci ho messo tantissimo tempo a finirlo, c'era qualcosa che mi bloccava e ora vedremo il perchè.
La storia aveva buone premesse; Sole ha circa venticinque anni, una vita fatta di routine, lavoro in un supermercato, vita sociale ridotta ai minimi termini in un paesino sul mare del Molise, genitori un pò anziani che l'hanno cresciuta nella bambagia per la paura di perderla, e soprattutto un'amica del cuore, Stella (notare i nomi delle due amiche...), che è (come spesso, troppo spesso oserei dire, accade) l'esatto opposto. Stella si butta a capofitto nella vita, ama le novità, il rischio, è sempre sorridente e intraprendente, cerca inutilmente di spronare l'amica a cambiare, a buttarsi, a vivere appieno la sua gioventù, ma con scarsi risultati, almeno fino al tragico giorno in cui perde la vita in un attentanto a Parigi.
Da quel giorno la vita di Sole prenderà una piega totalmente diversa, soprattutto quando troverà una lettera ed un regalo lasciatole dall'amica; un lancio col paracadute e l'invito ad iniziare a superare le sue mille paure, ad iniziare a vivere davvero.
Trasportata dal grande dolore per la perdita dell'amica, Sole stila una lista delle tante paure che la limitano da quando era bambina e si prefigge di affrontarne almeno una al giorno, aiutata da Samantha, figlia adolescente della sua odiata collega Serena, che creerà anche un blog su cui condividere le esperienze di Sole, e da Massimo, fratello maggiore di Stella, di cui Sole è ovviamente segretamente innamorata da secoli.
Piano piano Sole uscirà dal suo guscio, conoscerà persone nuove, capirà di poter avere prospettive differenti, affronterà il dissenso dei suoi genitori e soprattutto capirà che la paura va affrontata, non evitata come aveva fatto fino ad allora.

Dicevo che le premesse sono buone perchè il punto di partenza della storia, il tema della paura , delle debolezze personali, sono significativi, il modo in cui l'autrice descrive i sentimenti, le scene più intime, sono a tratti poetiche, però però però...
Qualcosa non torna; una protagonista adulta che vive e ragiona come un'adolescente alle prime armi, una lista di paure spesso poco credibili come il modo di affrontarle, questo sempre poco credibile cambiamento radicale di vivere e pensare, il fatto che nessuno in tutta la storia le faccia notare di essere sì paurosa, ma pure infantile e fastidiosa, e anzi la trovino tutti meravigliosa, unica, stimolante (???). Per questi motivi, il romanzo si classifica più come una sorta di Young Adult secondo me, perde quella credibilità e serietà che avrebbe dovuto ottenere da protagonisti già adulti e risulta a tratti stucchevole e poco realistico.

Resta comunque una lettura godibile e ricca di spunti di riflessione, frasi da annotare, piacevoli storie d'amore (un pò troppo perfette e romanzate per quanto mi riguarda), e luoghi da riscoprire.