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mercoledì 25 dicembre 2019

"Una storia che parla di te" di Dèsirèe Cognetti - DeA Planeta




"Non volevo scoprire che in realtà ero sola, che non c'era nessuno a guardarmi crescere."

" Perchè adesso lo so che tradire qualcuno, a volte, è l'unica maniera per salvarlo."

"  La cosa migliore che io potessi decidere di fare era rassegnarmi ad amarlo per quello che era, senza pretendere che fosse diverso."


"Una storia che parla di te" non è un romanzo qualsiasi; è una cronaca di vita vissuta, di un'infanzia negata, ed è soprattutto un estremo tentativo di ritrovare una persona persa tanti anni fa.
Dèsirèe non ha una famiglia come tutte le altre, i suoi genitori iniziano bene per poi perdersi nell'oblio sempre più profondo delle dipendenze, e da lì in poi la sua vita non sarà mai più la stessa.
Tra anni passati in istituti per minori senza famiglia, altri con famiglie affidatarie, altri ancora con la madre violenta ed eroinomane, Dèsirèe cresce sola, senza un punto fermo, e nel momento in cui, poco più che bambina, si ritrova a badare al neonato fratellastro Zakaria, le sembra che la sua vita inizi ad avere un senso.
Zakaria è piccolo, indifeso, in mano ad una madre non in grado di accudirlo e che letteralmente lo affida senza alcuna remora alle cure della sorella dodicenne, che vive per lui fino a quando la situazione non precipita, ed il piccolo viene affidato ai servizi sociali ed in seguito dato in adozione, proibendo a Desi di avere sue notizie.
Attraverso questo libro Desi prova a cercare il fratello a cui non ha mai smesso di pensare, come lei stessa scrive è una sorta di messaggio in bottiglia che spera arrivi a destinazione.

A parte la nobile causa che sta all'origine di questo romanzo autobiografico, bisogna ammettere che si tratta di un libro degno di essere letto e molto appassionante, perchè tutto si può dire fuorchè l'autrice abbia avuto una vita, o quantomeno un'infanzia e adolescenza, noiose.
Con uno stile narrativo pulito, diretto, essenziale, l'autrice si libera mettendo nero su bianco avvenimenti della sua vita che aveva tenuto a lungo nascosti, un pò per vergogna, un pò per un'innata riservatezza, e lo fa senza incolpare mai davvero nessuno, senza mai diventare giudicante o vendicativa, senza mai strafare.
Dèsirèe è un anima bella, e nessuna delle orribili esperienze che ha vissuto sono mai riuscite a cambiarla o sporcarla,(Nei "Ringraziamenti" alla fine del libro, scrive "Ai miei genitori per avermi donato la vita, un cervello in grado di capire e un cuore in grado di perdonare") per questo merita di ritrovare il suo adorato fratello e spero anche di continuare a scrivere.





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martedì 17 dicembre 2019

"Corpi di ballo" di Francesca Marzia Esposito - Mondadori





" È anche vero che tutto quello che dici di notte è un pò come se non lo avessi detto a nessuno."

" Le case del passato sono insistenti, magari ora sono abitate da altri, eppure in una parte del tuo cervello continui a viverci con gli stessi problemi, gli stessi desideri, le stesse preoccupazioni. Ti legano alle pareti, certe case, non ti permettono di andartene mai." 

" Lì per lì fui tentata di dirgli che mi sentivo sempre uno schifo, che il mio corpo innanzitutto mi faceva sentire uno schifo. Che facevo fatica, un'immane fatica a tirare avanti. Che mi sarebbe piaciuto diventare una cosa, un oggetto senza emozione e intenzioni, un vegetale privo di coscienza, raggiungere una forma di inerzia esistenziale tale da non dovere fare continuamente quello a cui mi costringevo giorno dopo giorno..."

Miriam e Anita sono due ballerine dello stesso corpo di ballo, e dividono lo stesso appartamento. Sono amiche e danzano nella compagnia diretta dalla Holmes, un' ex ballerina intransigente soprattutto nei confronti della forma fisica delle sue allieve, che devono essere lievi, inconsistenti, magre anzi magrissime.
Miriam e Anita lo sono; la loro vita è scandita da prove massacranti, pasti saltati e sostituiti da arance con la buccia o sedano a fettine, e ore chiuse nel bagno cercando di smaltire anche quel poco che ogni tanto ingurgitano.
La loro routine scorre relativamente tranquilla fino ad un pomeriggio in un supermercato che stravolgerà completamente il corso delle loro vite.

"Corpi di ballo" è il secondo romanzo di Francesca Marzia Esposito, ex ballerina che si intuisce conoscere molto bene ciò di cui scrive.
Anita è la voce narrante di questo libro che definirei "disturbante"; ben scritto, in uno stile piuttosto descrittivo senza risultare pesante, non è certo il romanzo adatto per chi cerca una storia avvincente e ritmata, ma entra nella mente di una protagonista piena di problemi in maniera sublime. Ciò che disturba è il modo in cui queste ragazze non stanno assolutamente vivendo la loro giovinezza, non cerchino in nessun modo di uscire dai meccanismi malati in cui sono entrate, a causa di una passione che è più simile ad un'ossessione e ad una scusa per non vivere.
Se il loro rapporto tende a confondere le loro identità, a fondere le loro figure non soltanto a livello fisico (la loro magrezza, il loro abbigliamento, le loro abitudini le rendono sempre più simili, al punto che Anita non riconosce se stessa nemmeno nei quadri di Ettore, fidanzato di Miriam), Anita nutre nei confronti di Miriam un sentimento di invidia che porta tra le due una sottile tensione apparentemente a senso unico.
Anita ammira Miriam, la sua energia, la sua personalità, la sua innata predisposizione alla danza, che la fanno sentire costantemente in una posizione subordinata; lei è la numero due, lei arranca, fatica a danzare come Miriam, vorrebbe essere in grado di farlo con la sua stessa naturalezza.
L'aggettivo "disturbante" si riferisce in particolare all'apparente cinismo di Anita, alla sua mancanza di stimoli, al suo covare sentimenti negativi trascinandosi in una apatica sopravvivenza quotidiana.

"Corpi di ballo" è la prova lampante di quanto una passione possa diventare qualcosa di malsano, distruttivo, e di quanto possa essere difficile uscire da certi sottili meccanismi mentali senza farsi seriamente del male.



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lunedì 18 novembre 2019

" Pococondriaco" di Maurizio Sbordoni - Stocazzo Editore





"E ricordi ammuffiti, oggetti inutili e stantii incarcerati in una cantina, per la paura inconscia di chiudere con il passato e fare un passo nel futuro."

"La straordinaria accettazione della propria normalità"

"Non faccio nulla per calmierare la mia parte cattiva e credo di avere un talento naturale per l'odio. Per questo sono sano di mente."


No, non avete letto male. Sì, si chiama davvero così la casa editrice, e la cosa più assurda e allo stesso tempo geniale è che l'ha creata e chiamata lui così, lui l'autore, sì sul serio.
Potevo quindi perdere l'occasione di avere una copia numerata e autografata, delle uniche mille copie stampat, di un libro con un titolo che mi tocca così da vicino, una casa editrice che è tutto un programma e un autore tanto folle quanto coraggioso????
Ovviamente non se ne parla proprio, quindi eccomi a recensire questo libro di un centinaio di pagine, prima pubblicazione di Stocazzo Editore, nato per scuotere il mondo patinato degli editori convenzionali, urlo di protesta nei confronti di un mondo editoriale in preda al caos, alle pubblicazioni di romanzi (più o meno) scritti (ancora più "più o meno") da vips o quasi vips.
Un mondo editoriale che secondo Sbordoni non valorizza e non premia gli autori, non coglie le esigenze dei veri lettori, non investe come dovrebbe, e a rimetterci è prima di tutto lo stesso lettore.
Dopo aver scritto diversi romanzi che hanno riscosso parecchio successo, ecco Pococondriaco che, per un'ipocondriaca come me, già dal titolo è una garanzia.
L'incipit non è da meno; "Quella che state per leggere è di sicuro la più mirabolante figura di merda di cui abbiate mai sentito parlare e l'ho fatta io." Geniale. Anche perchè questa figura di merda sarà poi il Godot della situazione, ma passiamo oltre.
Pococondriaco è un libro autobiografico, spassoso, poetico, leggero ma assolutamente non superficiale, intriso di tante piccole perle di saggezza e scritto in un italiano impeccabile.
Una storia che parla di famiglia, di ricordi, di relazioni, e lo fa con ironia, anzi con comica ironia e con lucida introspezione.

Un autore ed un progetto così meritano sostegno e visibilità, quindi ecco il link della pagina Facebook e la mail a cui si possono richiedere le copie (se ancora disponibili) stocazzoeditore@gmail.com





mercoledì 6 novembre 2019

" Altrove" di Francesca Masante - Paola Caramella Editrice







"Il segreto mio e della mamma si depositò in quel luogo paludoso e buio della memoria dove affondano tutti i segreti mai affrontati."

" Rispettando la tabella che si era imposta ad Anna sembrava di poter controllare anche le sue emozioni, la sua paura, i suoi segreti rimpianti."

"Nel futuro, le pareva, c'era una vertigine di impotenza che sgomentava ogni pensiero. Era una zona di buio, di pericolo."
 


Luigi dopo un'adolescenza turbolenta ha finalmente messo la testa a posto; lavora come assistente universitario e aspirante professore, sta per sposare Beatrice, la ragazza della sua vita, quel porto sicuro in cui si rifugia da quano è ragazzino, e la sua vita scorre senza intoppi, dritta verso l'apparentemente ineluttabile coronamento del "sogno borghese".
Finchè un giorno ad un esame si presenta Anna, una ragazza più grande di lui, una ragazza come tante ma che per Luigi rappresenta una spaccatura nella sua vita già tracciata, la donna per cui mollerà tutto alla ricerca del suo personale "altrove". In quell'altrove Anna vive, ci si è rifugiata da anni, in quell'edificio torinese multietnico e nella sua misteriosa solitudine che Luigi tenta con fatica di scalfire, arrivando a scoprire una realtà sconcertante che metterà a dura prova il suo amore per lei.

"Altrove" è il primo romanzo di Francesca Masante (pubblicato nel 2010), di cui ho già recensito il successivo "Sul lato oscuro della luna", ed è la conferma della grandezza di questa sottovalutata autrice.
Col suo impeccabile stile narrativo e la sua scrittura pulita quanto raffinata, Francesca ci offre un'altra storia sconvolgente, che parte in sordina per poi assestare al lettore un vero e proprio pugno nello stomaco, un pugno che non si dimentica tanto facilmente e che ci costringe ad esplorare da vicino quelle brutture, quegli sdoppiamenti dell'animo umano che ci riguardano un pò tutti ma che ripudiamo con forza perchè impossibili da accettare o soltanto concepire.

Anna mette ogni donna davanti alle difficoltà della maternità, alla solitudine, alle paure, a quei sentimenti totalizzanti e contraddittori che ti fanno passare continuamente dalla felicità più assoluta allo sconforto più totale. L' "altrove" è lì, pronto a risucchiarti , a prendersi tutto quello che ti eri conquistata con fatica, facendo crollare all'improvviso quello stentato e prezioso equilibrio a cui ti aggrappavi con tutte le tue forze, e quando prende il sopravvento niente può riportare indietro il tempo.


martedì 29 ottobre 2019

Libro per bambini - "Il seme della gentilezza" di Britta Teckentrup - De Agostini




" Tutto comincia con una crepa che a malapena vediamo. Succede quando urliamo o se discutiamo."

"Ma un pensiero o un'azione gentili possono far felice qualcuno. Se teniamo gli amici vicini, forse non ne feriremo nessuno."
 

Una storia semplice, scritta in modo chiaro e ben leggibile, per insegnare l'importanza della gentilezza, l'importanza di fare il primo passo dopo un litigio, di andare incontro ai propri amici con gesti e parole, di stare insieme nonostante piccoli e grandi incomprensioni.
Poetica la contrapposizione tra la crepa che si forma e cresce quando litighiamo, e l'albero che germoglia pian piano grazie a piccoli gesti e parole premurose.
Illustrazioni davvero belle, piacevoli, che tendono ad incuriosire il piccolo lettore anche grazie ad un aspetto parzialmente tattile (la crepa e l'albero sono dapprima piccole fessure che crescono insieme alla storia e che ci conducono tramite una porticina verso il finale, in cui l'amicizia e la gentilezza trionfano intorno allo splendore dell'albero).

Libro consigliatissimo dai 5 anni in su.

lunedì 28 ottobre 2019

"Muschi alti" di Daniela Capobianco - Clown Bianco Edizioni




" L'attesa è la sua vita da sempre."

"  Troppe volte ci si sofferma poco sulle cose. Eppure, sono davanti a noi pronte per farsi osservare, farsi scrutare nel profondo e invece noi, distratti dalla vita, non rivolgiamo loro neanche uno sguardo fugace...poi ti sfuggono via. E quando te ne rendi conto, ti penti amaramente per non aver osservato abbastanza."
 

Adelaide detta Laide non sa cosa fare della sua storia con un fidanzato più convinto di lei, Giovanni tenta di fuggire dalla sua pericolosa passione per il gioco d'azzardo, Flora dall'alto del suo costosissimo tacco dodici vorrebbe essere in un hotel cinque stelle ma per colpa del suo ricco Amedeo si ritrova in un luogo per lei orribile in mezzo alla campagna che tanto detesta, Biagio cerca la serenità che non riesce mai a raggiungere...tutti si ritrovano in qualche modo all'agriturismo Muschi Bianchi.
Una carrellata di personaggi tanto ordinari quanto assurdi, in un romanzo d'esordio corale che pone il lettore davanti a realtà che in fondo conosce molto bene, in un racconto scorrevole, disincantato, spietato ma anche ironico, e dal finale decisamente dark.
Un sapiente mix di ingredienti, di riferimenti letterari, di stereotipi e di vizi neanche troppo innocui, che toglie di fatto questa prima impresa letteraria dal rischio della banalità.


domenica 6 ottobre 2019

"Danzando sull'orlo dell'abisso" di Grégoire Delacourt - DeA Planeta





" È stupefacente come a volte gli altri ti attribuiscano vite che non sono la tua. Il modo in cui si raccontano la tua storia."

" Per sopravvivere, presto o tardi bisogna far pace con coloro che un giorno ci renderanno orfani  e ci faranno soffrire."

" Sogniamo tutti un istante perfetto."

" Avevamo poco più di vent'anni, ci eravamo appena conosciuti, eravamo belli e ci facevamo promesse che nessuno rispetta...Poi siamo diventati adulti."

" Credo che le madri non abbiano il diritto di essere felici, o forse solo in un secondo momento, dopo i figli, dopo gli altri."




Emma ha quarant'anni, una famiglia composta da tre figli in età più o meno adolescenziale, ed un marito che vende auto di lusso e sembra adorarla.
Emma lavora in un negozio di abiti per bambini, ha una migliore amica che si chiama Sophie ed è una donna in qualche modo incompleta, come credo lo sia qualsiasi altra donna (ma anche uomo) sulla faccia della terra.
Solo che Emma non si ferma qui; quando, nella brassérie in cui pranza quotidianamente, si imbatte in un uomo distinto quanto comune, la sua vita si ferma, non riesce più a pensare ad altro, aspetta con bramosia l'ora di pranzo per poterlo scrutare, finchè un giorno capisce di essere ricambiata e decide di mollare tutto per fuggire via con lui.
Da questo punto in poi la sua vita subirà un vero e proprio cataclisma di cui lei sarà l'unica artefice insieme al destino e la sua ineluttabilità.

Allora, cosa dire di questo romanzo, novità editoriale De Agostini (DeA Planeta) e ultimo di un autore francese da milioni di copie?
Prima di tutto che non è un libro semplice, da leggere in modo distratto; va seguito, letto con attenzione e mettendo da parte pregiudizi e qualsiasi atteggiamento giudicante.
La protagonista Emma potrebbe tranquillamente far parte del romanzo che ho precedentemente recensito, Morgana; è una donna fuori dal coro, una assolutamente politicamente scorretta, una che passa da una vita ordinaria e preconfezionata, all'apparenza perfetta, all'abbandonare figli, marito, lavoro, casa, per rincorrere uno sconosciuto e un'ideale di vita forse inesistente.
Emma non è una protagonista nei confronti della quale si riesca a provare una forte empatia, nemmeno se si è donne; la si capisce, la si segue con preoccupazione ma anche con rabbia, non ci si spiega il suo proverbiale egoismo, la sua cieca passione in fin dei conti eccessiva e inconsistente al tempo stesso, non ci si ritrova facilmente nei suoi atteggiamenti, nel suo modo di vivere e vedere il sesso che la rende forse più vicina ad un'attitudine maschile.
Emma ha un grosso pregio però; è sincera, non si nasconde dietro a un dito, gioca a carte scoperte, il suo non è un tradimento nel vero senso del termine, lei non fugge via di nascosto, ma lo fa soltanto dopo aver spiegato fin troppo bene a tutta la sua famiglia che cosa sta per succedere. In questa Madame Bovary dei giorni nostri non c'è trucco e non c'è inganno, a tal punto da risultare folle e ai limiti dell'irritante.

Delacourt e la sua prosa sono un pò come la protagonista; quegli innumerevoli brevi paragrafi, quei pensieri buttati lì come annotati di fretta su un'agenda, sono stucchevoli quanto irresistibili, sono un  flusso di pensieri alla Joyce un pò più ordinato, sono uno scavare nella mente, nel cuore, nei pensieri più reconditi di una donna che non ha paura di lasciarsi trascinare, di seguirli ciecamente.

Tanti gli spunti di riflessione di questo romanzo, tanti i colpi di scena come la poesia e una minuziosa introspezione; non lasciatevi trarre in inganno dalla trama, perchè "Danzando sull'orlo dell'abisso" non è affatto un romanzetto rosa, bensì una storia fuori dal coro con mille complessità, che ve la farà amare e odiare senza mezzi termini.
Acquistabile qui:

lunedì 30 settembre 2019

"Morgana - Storie di ragazze che tua madre non approverebbe" di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri - Mondadori









" L'interpretazione che Morgana ha dato del tempo è quella che ne dà la giovinezza, l'unico spazio della vita in cui ci si può prendere il lusso di essere più temerarie che sagge, più irruenti che misurate, vive come non saremo mai più."

" Tutti noi ogni giorno moriamo un poco e quindi ci serve diventare amici della morte, è molto importante." (Marina Abramovic)

" Io penso che l'arte, la letteratura, la musica, il teatro siano la migliore forma di educazione perchè sono una forma di autoaffermazione. Lo stai facendo per te stesso." (Vivienne Westwood)

" Se scegli un perchè invece che un per chi, vivrai e morirari sola, le donne che scelgono se stesse perdono infatti il diritto alla felicità."




Morgana, dal personaggio mitologico della saga di Re Artù, rappresenta la figura della donna politicamente (e anche umanamente) scorretta, non ha la positività della donna semplicemente emancipata, è qualcosa di più. Morgana, come suggerisce il sapiente sottotitolo, è una donna completamente fuori dagli schemi, anche da quelli più moderni e all'avanguardia, è il personaggio scomodo, è tutto ciò che non si può considerare prettamente femminile.

Le storie narrate in questo romanzo sono tratte dai celebri podcast delle due autrici, e sono quelle di dieci donne molto diverse tra loro; Moana Pozzi, Caterina Da Siena, Grace Jones, sorelle Bronte, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid.
Storie che si leggono d'un fiato, appassionanti, interessanti, forti, non soggette a compromessi.
Queste dieci donne si possono amare come odiare, si possono considerare folli oppure geniali, ma di sicuro non si può loro negare il merito di aver vissuto esattamente come volevano, senza preconcetti, senza imposizioni, senza seguire nessun tipo di moda, indicazione, ordine.
Morgana è un romanzo che parla di donne libere, e ne parla in modo superbo perchè con un'autrice come Michela Murgia non potrebbe essere altrimenti.

eccolo qui:

lunedì 16 settembre 2019

"Il numero due" di Morgan Zorio Prachin - Bookabook



" La dottoressa! Forse aveva ragione lei. Forse dovevo continuare la terapia. Ma non avevo più nulla da dirle...o forse non c'era più nulla che volessi dirle."

"  Nel nostro modello familiare vi erano tracce di un comunismo duro e puro, quello visto nella sua connotazione negativa: la garanzia della sussistenza, la protezione, le sicurezze di base, ma al tempo stesso una cortina di ferro che ci isolava dal mondo esterno, per noi minaccioso e preoccupante. Una palizzata che ci impediva di vedere oltre. Forse per questo motivo io cercai sempre di sfondare il tetto, di scavalcare la palizzata alla mia maniera, una maniera autodistruttiva."

Stefano Neri si è da poco trasferito in una grande città, Vidanova, dove spera di rifarsi una vita e superare la depressione che lo affligge da tempo. Infatti iniziando un percorso di psicoterapia, trovando un ottimo lavoro e facendo nuove conoscenze, tutto sembra andare nel verso giusto.
"Sembra" perchè in realtà Stefano è ancora vittima del suo inconscio, delle sue ossessioni e di quel passato con cui non ha davvero mai fatto i conti, ma che ritorna prepotentemente a galla stravolgendo di nuovo la sua vita e conducendolo verso un inevitabile baratro.

Romanzo d'esordio dell'autore Zorio Prachin ed ennesima garanzia targata Bookabook, "Il numero due" è una storia sottile, psicologica, che scava nell'inconscio del protagonista (che peraltro si conosce e analizza molto bene) ma anche in quello del lettore, alternando immedesimazione a continui sospetti, perchè è lo stesso protagonista a non fidarsi a volte nemmeno di se stesso.
Ben scritto, scorrevole, semplice nella sua complessità, dalla prima all'ultima pagina tiene viva una tensione narrativa degna di un esperto romanziere e dimostra quanto possa essere potenzialmente pericoloso un mancato numero uno, perchè in tutti noi c'è una bomba inesplosa...



giovedì 29 agosto 2019

" La Scelta" di Massimo Gardelli - Europa Edizioni


" La guardo con affetto. Vorrei dirle che c'è sempre qualcosa che non va, specialmente per gente come me, irrequieta, nostalgica, con la sensazione permanente degli attimi che passano e non tornano più. Ma non le dico niente."

" È inutile cercare luoghi belli per fuggire cattiverie o dolori; anche il Paradiso aveva i suoi serpenti, i suoi orrori."




Massimo a quarant'anni decide di cambiare vita e di dedicarsi alla sua più grande passione; il mare. Parte per una regata nell' Oceano Atlantico a bordo del Thor, un ketch costruito con le proprie mani e l'aiuto di alcuni famigliari. L'inizio non è dei più incoraggianti, ma una volta trovato il giusto equipaggio e iniziato il viaggio, tutto sembra andare per il verso giusto. Un appassionante diario di bordo trasporta il lettore in un viaggio ricco di imprevisti, tra panorami mozzafiato che fanno venire voglia di imbarcarsi anche a chi soffre il mal di mare su un traghetto.
Nella seconda parte del romanzo troviamo Massimo alle prese con la vita reale sulla terraferma, dove si troverà a fare i conti con inattesi problemi molto meno poetici e ad affrontare uno dei periodi più difficili della sua vita.

"La Scelta" è un romanzo corposo e ben strutturato, seconda opera dell'autore, skipper di professione. Una storia dalla forte connotazione autobiografica e che non si risparmia in niente; c'è l'avventura, c'è una storia d'amore, c'è solidarietà, amicizia, c'è la poesia ma anche la grande difficoltà propria dei veri viaggi fatti col cuore e col sudore. C'è un protagonista forte, un pò ingombrante forse ma mai banale.
C'è un qualcosa a metà tra spionaggio, noir e denuncia politico-sociale (la parte che personalmente ho meno amato), c'è una caduta ed una rinascita.

Nonostante non sia un'appassionata di barche, regate e quant'altro, nonostante l'autore abbia fatto un diario di bordo fin troppo dettagliato (troppo tecnico oserei dire), devo dire che ho letto con molto piacere la parte ambientata sul mitico Thor, mentre ho faticato di più come già detto nel seguire la seconda parte ambientata a Bologna, che ho trovato troppo ingarbugliata, oscura, complottista per i miei gusti.

"La Scelta" è un romanzo di formazione, di crescita, che ci insegna che anche a quarant'anni non si ha mai imparato abbastanza, che la vita può cambiare in mille modi diversi e che alla fine quello che conta davvero torna sempre a galla in un modo o nell'altro, sotto forma di amore, di amicizia, di quel mare che si sogna magari per tutta la vita, ma che spesso non è così facile da attraversare e da capire, non quanto lo si sognava.





giovedì 1 agosto 2019

" Stai composta" di Cosima Spinelli - Bookabook







" Niente di ciò che era diventato era quello che avrebbe desiderato essere."

" Le cose belle vanno assaporate con la giusta lentezza,  senza accelerare né rallentare, sono effimere ombre bizzarre che, se sollecitate, possono non succedere più, incagliandosi nelle sottili trame delle reti della vita."

" Ho pensato di poter delegare la costruzione della mia stabilità emotiva, invece ho finito con rimanere l'eterna bambina in cerca di una protezione agognata e mai sperimentata. Eccomi, profondamente inquieta e insoddisfatta, un'adolescente emozionale frustrata dalla vita reale e imprigionata dalla dipendenza affettiva."


Anna, Marco, Sara e Claudio erano amici inseparabili ai tempi della scuola; in seguito le loro (complicate) vite si sono divise, senza perdersi mai veramente.
Si ritrovano una sera del 1994 a casa di Claudio per una cena che, a causa delle pessime condizioni meteorologiche, si prolungherà fino alla mattina seguente, cambiando per sempre le loro vite.

Novità editoriale Bookabook (che non delude mai!), "Stai composta" si riferisce proprio all'incapacità dei suoi protagonisti di stare composti, di avere vite lineari e di rientrare in quei canoni socialmente accettati, a dispetto delle loro origini.
Le loro storie sono narrate da una voce esterna, che alla fine si rivelerà molto più vicina di quanto possa sembrare, e sono storie di fragilità, di digressioni nelle loro infanzie complicate, di rabbia ma anche di amori taciuti ma mai sopiti, e di amori forse al capolinea, di storie di adolescenti che però segnano anche il futuro, di errori, di rimpianti, di nostalgie.
C'è tanto in questo romanzo, e c'è soprattutto la forza dell' amicizia quella vera, dell' amicizia che diventa famiglia e che può anche trasformarsi in qualcos'altro.

Cosima Spinelli è al suo terzo romanzo e la sua scrittura è elegante e sobria, indaga minuziosamente nei pensieri e ricordi (resi in corsivo) dei singoli protagonisti, e non si risparmia sui colpi di scena, principalmente finali.
Tuttavia personalmente ho trovato un pò confusionaria la struttura del romanzo; l'alternanza continua delle varie voci narranti (in una sorta di cornice narrativa) e le continue digressioni, in alcuni punti non sono semplicissime da seguire; il fatto che la voce narrante principale resti misteriosa fino alla fine rende difficile la messa a fuoco della storia.

Detto ciò, "Stai composta" è sicuramente un romanzo da leggere, è ricco di spunti di riflessione, di ricordi e nostalgie che ci accomunano un pò tutti ad una certa età, ma soprattutto è scritto col cuore e con grande sensibilità.



Lo trovate qui

domenica 28 luglio 2019

" Ogni piccola cosa interrotta" di Silvia Celani - Garzanti


" Ogni piccola cosa interrotta della nostra vita rimane come una sassolino nella scarpa che, a ogni passo, ci procura dolore. Possiamo decidere di smettere di camminare del tutto, oppure possiamo sfilarci la scarpa e liberarci del sassolino. Non gettandolo via, ma conservandolo nel palmo della mano, dove non ci farà più così male."

" Le case parlano. Le case sussurrano, bisbigliano, mormorano. Le case confabulano, rivelano, confessano, confidano. E quando lo fanno, le case non mentono. Quando lo fanno, le case sono trasparenti come biglie di vetro; svelano tutto delle vite che le te l'hanno attraversate, possedute, riempite, vissute."

" - L' amore che riceviamo durante l'infanzia rimane in fondo alle nostre tasche, così, ogni volta che ne sentiamo la necessità, possiamo accertarci che sia sempre lì, affondandovi una mano.-"
 

Vittoria vive una vita esternamente perfetta; nel quartiere più in di Roma, in una casa principesca, ha a sua disposizione tanti soldi, ha molti amici, molti divertimenti, frequenta con successo l'università ed è una bella ragazza.
Ultimamente però le manca spesso il fiato, come fosse in apnea, e alcune mancanze iniziano a sembrarle insopportabili; l'indifferenza totale di sua madre nei suoi confronti, e il fatto di non ricordare quasi nulla della sua infanzia e soprattutto del suo amato padre.
Ritrovando nell'armadio della madre un sacchettino contenente i frammenti di un vecchio carrillon rosa, decide di tentare di capire il perchè di questi suoi incolmabili vuoti, imbarcandosi in quella che si rivelerà una lunga, delicata e sofferta ricerca nel suo passato e dentro di sè.

Romanzo di esordio di Silvia Celani, "Ogni piccola cosa interrotta", novità editoriale Garzanti, è un elogio alle nostre imperfezioni, agli inevitabili strappi della vita, a tutte quelle cose rotte ma poi ricomposte, che diventano se possibile ancora più belle proprio grazie a quelle crepe, come suggerisce un'antica arte giapponese, il kintsugi.

La storia di Vittoria è una storia di rinascita, che parte da una forte mancanza di amore ricevuto e di amore per se stessa, soprattutto a causa del disastroso rapporto che ha con l'anaffettiva madre fin dai suoi primi anni di vita.
Proprio questa mancanza di amore conduce Vittoria ad indagare dentro se stessa e a riprendere in mano i pochi e confusi ricordi della sua infanzia, intraprendendo un viaggio doloroso quanto indispensabile e appassionante, imparando a dire dei no e a riscoprire l'amore in tutte le sue forme.

"Ogni piccola cosa interrotta" è una storia di contenuti importanti raccontata con parole semplici ed essenziali, un'opera prima di grande effetto che ci regala un'altra scrittrice dall'alto potenziale.


giovedì 18 luglio 2019

"Se ami qualcuno dillo" di Marco Bonini - Longanesi






" Qualcosa che non ti fa fare soldi, ma di cui rimani orgoglioso per tutta la vita, tipo il primo bacio, la prima bicicletta, il primo viaggio senza genitori, cose così."

" Sicuramente noi maschi nasciamo selvatici e il lavoro che spetta ai genitori è coltivare quel fiore selvatico affinchè non cacci più spine."

"Papà è sugli spalti e fa solo il papà, fa il tifo per te. Per come tu deciderai di giocare la tua partita. Per quello che vorrai essere. Per quello che sei."



Sergio ha poco più di cinquant'anni quando viene colpito da un grave infarto. Marco, il suo primogenito, accorre in ospedale con la sensazione che il mondo gli stia crollando addosso, ma non sa ancora che quel crollo si trasformerà presto in una rinascita, non solo per Sergio ma anche per lui e la loro famiglia.
Sì perchè suo padre sopravvive all'infarto e si risveglia completamente resettato; torna bambino, deve imparare di nuovo tutto, ma la cosa sorprendente è che sembra improvvisamente aver imparato ad amare e soprattutto a dimostrarlo.
Un uomo fino a quel momento arido, anaffettivo, maschilista, farfallone, diventa divertente, innocente, amorevole, e fa capire a Marco che forse lui può ancora salvarsi, evitare l'infarto (di cui era morto anche il giovane nonno suo omonimo) e spezzare quella catena di misogino maschilismo che lega gli uomini della sua famiglia.

"Se ami qualcuno dillo", novità editoriale targata Longanesi, è un romanzo al maschile ma non maschilista, è anzi una rivalsa nei confronti di quel modo di essere uomini che dovrebbe ormai appartenere solo al passato. Marco vuole salvarsi da quei comportamenti che hanno portato il padre a fallire su più fronti e nello stesso tempo vuole salvare il figlio da quel retaggio culturale che ha segnato la sua giovinezza.

Marco Bonini è un attore come lo è il protagonista del suo primo romanzo; un esordio scoppiettante, una voce narrante precisa, introspettiva ma anche comica, soprattutto negli esilaranti dialoghi romaneschi. Un romanzo famigliare pieno di spunti di riflessione ma anche estremamente godibile e che ogni uomo dovrebbe leggere, perchè l'introspezione non è solo femminile e perchè non solo le donne devono "salvarsi" dall'ingombrante figura materna.

Potete trovarlo qui:

lunedì 8 luglio 2019

" Accabadora" di Michela Murgia - Einaudi




 " - Non dire mai: di quest'acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata.-"

" Durante quel viaggio Maria si ingegnò per non dormire mai, nemmeno un'ora. Il tempo le servì tutto per farsi accabadora dei suoi ricordi, e trattare gli avvenimenti che l'avevano portata a quella decisione come persone da far salire o meno sul traghetto per il continente."



Tra le letture che mi mancavano e che rimandavo sempre dando la priorità alle novità editoriali, non poteva mancare questo primo romanzo di Michela Murgia, scrittrice che ho conosciuto grazie alle sue recensioni televisive, che apprezzavo moltissimo, e di cui non avevo mai letto nulla.

"Accabadora" è il suo secondo romanzo, uscito nel 2009, e ha vinto diversi premi tra cui il Campiello.
Ambientato nella Sardegna (sua terra di origine) degli anni Cinquanta, parla del rapporto tra la vecchia Bonaria e la figlia adottiva Maria, bambina nata in una famiglia molto povera e che, misteriosamente, Bonaria decide di chiedere come "fill'e anima" alla madre, assicurando così a Maria una vita più semplice, un'istruzione e una maggiore disponibilità economica.
La vecchia Bonaria però ha una doppia vita; spesso di notte viene chiamata da altre famiglie del paese, sparisce per qualche ora e rientra a casa senza mai spiegare nulla alla bambina.
Maria scoprirà soltanto molto tempo dopo che la madre adottiva è l'accabadora; una donna che, su richiesta delle famiglie e soltanto in casi veramente molto gravi, praticava l'eutanasia nella tradizione sarda dei secoli scorsi.

Il tema dell'eutanasia, sempre molto controverso in Italia, è stata la carta vincente di questo romanzo, scritto in maniera eccelsa, con uno stile pulito, descrittivo senza risultare pesante, preciso senza diventare prolisso.
Un romanzo che parla di legami, di tradizioni, di una terra complicata e bellissima, di personaggi dipinti con grande cura, dell'ineluttabilità della morte.
"Accabadora" consacra Michela Murgia ed entra secondo me a pieno titolo tra i classici italiani.

lunedì 24 giugno 2019

"La solitudine dell'amore" di Raffaella Bedini - Newton Compton









" Non c'è niente di più assordante di un telefono che non suona."

" Sono convinta che alcune persone nascano solo per fare numero, sono come comparse di un film."

" A volte partire da soli è l'unica soluzione per non sentire l'angoscia della solitudine." 




Yuki conosce Tiago nell'ufficio in cui entrambi lavorano, e la loro amicizia si trasforma presto in una complicata storia d'amore a tre; sì perchè Tiago convive con la sua fidanzata e sembra proprio voler tenere il piede in due scarpe.
Yuki è una ragazza piuttosto cinica, disincantata, temprata da un'infanzia di figlia non amata e dalle origini misteriose. Yuki non ama le altre persone, soprattutto i suoi colleghi, ed anche con Tiago fatica ad ammorbidirsi e soprattutto a fidarsi.

Ho voluto intraprendere questa lettura non conoscendo l'autrice (che ho poi scoperto essere già autrice di un best seller, "Sei parte di me" del 2007) ma avendo letto recensioni decisamente positive.
L'inizio non è stato dei più felici; protagonista insopportabile, lessico scurrile e dialoghi leggeri. Pensavo di essermi imbattuta in un romanzetto d'amore scritto da una ragazzina, ma andando avanti la storia acquista spessore e, a parte la struttura particolare e un pò confusionaria, tira dritta in un crescendo di passioni, contraddizioni, misteri, ricordi che ti trascinano senza accorgertene verso le ultime pagine.

Le origini di Yuki, nata in Giappone senza avere più nessun ricordo della madre, trasportano il lettore in un'appassionante storia dai connotati orientali come i suoi stessi occhi, che l'hanno spesso resa vittima di discriminazioni. Dalle descrizioni dei luoghi traspare l'amore che l'autrice nutre per questo tipo di cultura e quindi no, posso affermare con certezza che in questo romanzo non è la storia d'amore tra Yuki e Tiago a far da padrona, non c'è banalità nè niente di scontato, c'è sicuramente tanta dignità e delle protagoniste femminili toste come Yuki e la sua mamma, che affrontano la sofferenza a testa alta e alla fine, in qualche modo, riescono a ritrovarsi.


giovedì 23 maggio 2019

" L' Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio - Einaudi




"Ero l' Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo più a chi appartenere. Invidiavo le compagne di scuola del paese e persino Adriana, per la certezza delle loro madri."

"Restavo orfana di due madri viventi."

"Non hai colpa se dici la verità. È la verità che è sbagliata."



Avere tredici anni e ritrovarsi all'improvviso senza più nessuna certezza, rifiutata dalla famiglia che ti ha cresciuta e costretta a tornare nella casa in cui sei nata ma in cui non hai mai vissuto.
Passare dall'essere figlia unica al dover dividere i piccoli ed angusti spazi con Adriana, la sorella più giovane, e tre fratelli adolescenti e ostili.
Essere abituata agli agi di una famiglia borghese, e piombare nella povertà di una famiglia povera e non istruita, nell'Abruzzo degli anni Settanta.
Questo è ciò che accade all' "arminuta", la ritornata in dialetto abruzzese, come la chiamano tutti da quella maledetta mattina d'estate in cui la sua vita cambia per sempre e senza una spiegazione.

Terzo romanzo di Donatella Di Pietrantonio, caso editoriale e vincitore del Premio Campiello 2017, "L'Arminuta" è un romanzo potente, complesso, ricco di spunti di riflessione, capace di emozionare, commuovere, rapire.
Una scrittura pulita, essenziale, equilibrata, tagliente, che mi ha riportata spesso allo stile (e anche alle ambientazioni e ai personaggi) di Elena Ferrante.
Una storia indimenticabile, una protagonista di grande dignità, una galleria di personaggi dipinti così bene da sembrare proprio lì, davanti a noi.
La maternità, la famiglia, i bambini in affido, l'Abruzzo con la sua pittoresca durezza, la nostaglia di ciò che è stato e non sarà più, il mistero della "prima madre"...
"L' Arminuta" è un romanzo che va letto più che raccontato, va vissuto e sentito, toccato con mano e affrontato, è una perla rara da non farsi sfuggire.

giovedì 9 maggio 2019

" La strada del ritorno è sempre più corta" di Valentina Farinaccio - Mondadori








" Non avrei trovato i colori giusti e il colore, quando sei bambino, prescinde dalla realtà: fotografa l'anima con un'esattezza disarmante."

" La paura di entrare con tutto il corpo nella sofferenza, che è l'unico modo che c'è per attraversarlo, il dolore, e uscirne salvi e interi, dall'altra parte."

" E fu il periodo migliore, per noi due: il momento in cui colui che ami scende finalmente dall'alto dei cieli per incarnarsi in uomo normale e darti la tua dose di banalissima e pure noiosissima felicità."

" Quando metti al mondo un figlio pensi soltanto a una cosa, che farai in modo che le pene e le paure e le debolezze non lo tocchino mai. E poi scopri che anche i bambini hanno da portare in spalla la loro parte di sofferenza. Che a ciascuno spetta la sua dose di dolore."


Vera è una bambina di cinque anni quando, in un'estate dei primi anni Novanta, resta orfana di suo padre Giordano, portato via da uno spietato tumore al cervello.
Vera ha ricordi confusi e spezzettati di quei giorni, e ormai adulta vorrebbe rimettere insieme i pezzi di un puzzle accantonato troppo a lungo, ma per farlo le occorrono i racconti di Lia, la sua stravagante madre.
Le voci di tre donne si alternano nel raccontare la malattia e gli ultimi giorni di Giordano, giovane bibliotecario amato da Lia sua moglie, Vera sua figlia, e Santa sua madre.

Valentina Farinaccio, al suo primo romanzo (uscito per Mondadori nel 2016), affronta tematiche serie come la malattia, la morte, la perdita di una persona cara in giovane età, in un modo mai stucchevole, mai pesante, mai angosciante.
La sua scrittura vola leggera come le note musicali delle ricercate canzoni che cita (Farinaccio è una giornalista musicale), dà voce ad una bimba di cinque anni, ad una giovane donna innamorata rimasta vedova troppo presto, ad una madre un pò arcigna che perde un figlio; e lo fa sempre con un velo di ironia, ma con una finezza rara nel descrivere stati d'animo e punti di vista tanto diversi quanto vicini, perchè legati da un comune denominatore che è l'amore. Un amore mai perfetto, ma non per questo meno importante, un amore che dovrebbe avvicinare e invece spesso allontana, a volte inesorabilmente e per sempre.
I ricordi, i luoghi (Campobasso il loro paese d'origine), gli odori, il vecchio negozietto di libri ora diventato qualcos'altro, il citofono dei nonni, tutto appare così tangibile ed evoca nel lettore personali nostalgie dell'infanzia.
Valentina Farinaccio ha scritto un ottimo romanzo, una storia al femminile che non si dimentica facilmente e si legge con passione, un pizzico di nostalgia ed un sorriso sulla bocca.



domenica 28 aprile 2019

Freddie Mercury - Una biografia intima - di Peter Freestone e David Evans



" Voglio dimostrare che c'è molto più da dire su Freddie di quanto sia stato scritto su di lui finora."

" La prima cosa che mi viene in mente è la propensione di Freddie, piuttosto contraddittoria, a creare conflitti che solo lui riusciva a provocare."

" Mercoledì mi crollò il mondo addosso. Per anni inseparabile da Freddie, mi sembrava che una parte di me fosse morta con lui."
 

Torno a recensire un libro con un pò di ritardo dall'ultima recensione, perchè dopo decenni ho voluto riprendere in mano (in quello che è stato l'anno di riscoperta dei Queen) la storia di Freddie e dei mitici Queen.
Devo fare una necessaria premessa; i Queen ma soprattutto Freddie li scoprii nel 1991 anno della sua morte, quando ero una ragazzina , quindi non ho mai potuto assistere ad un loro concerto e conoscevo distrattamente solo qualche loro canzone. Dopo la ridondante morte di Freddie, resa più eclatante dal fatto che fosse morto di Aids in anni in cui si conosceva ancora poco la malattia e la si temeva più di ogni altra cosa, mi appassionai moltissimo alla sua storia, al suo personaggio, alle loro canzoni, e per anni lessi tanti libri più o meno attendibili, guardai tutti i video, documentari, interviste possibili e immaginabili (e attenzione, all'epoca ci si arrangiava senza internet), imparai a memoria tutte le loro canzoni. La prima volta che andai a Londra per una vacanza studio, come prima cosa mi staccai dal gruppo e costrinsi una mia amica a seguirmi alla ricerca di Garden Lodge, la dimora di Freddie, all'epoca ancora non così intoccabile com'è ora (si poteva ancora lasciare un pensiero sui muri di cinta) anche se non fu così facile trovarla.
Quest'anno è uscito il biopic sui Queen, "Bohemian Rhapsody", visto da milioni di persone, e mentre molti hanno scoperto Freddie grazie al film, io ho ripreso in mano la mia antica passione e ho deciso di colmare la lacuna di non aver letto il libro, scritto nel 1998, del suo assistente personale e amico intimo Peter Freestone, soprannominato da Freddie "Phoebe".
Ho sempre adorato Freestone, il suo viso sempre allegro e la sua affidabile cordialità (da qualche anno è tra i miei contatti su Facebook e risponde sempre con grande gentilezza), e sapevo quanto fosse stato vicino a Freddie anche e soprattutto negli ultimi, difficili anni della malattia.

Torniamo ora al libro; Peter ripercorre la sua storia di assistente prima del gruppo e poi personale di Mercury, a partire dal primissimo, casuale incontro, fino all'ultimo giorno di vita di Freddie.
Lo fa con piglio preciso ed organizzato da infallibile segretario, ricorda praticamente qualsiasi data dei tour, spostamento, richiesta gli venisse fatta (suppongo avesse annotato per anni molti dettagli, altrimenti sarebbe davvero da Guinness dei primati!).
Racconta la vita quotidiana di Freddie, parla delle numerosissime persone a lui più o meno care e che orbitavano intorno a lui ed al gruppo, delle sue passioni, dei suoi pregi e difetti, e lo fa sempre con lealtà, senza giudizi, e con grande affetto.
Si può pensare abbia dato in pasto alla stampa particolari troppo intimi della vita di Freddie, ma non penso sia così; Peter omette tanti aspetti forse troppo personali, accenna e ci lascia credere di aver svelato l'arcano, ma non lo fa mai realmente, salvando ancora una volta la privacy a cui tanto teneva Mercury.
Se ci si aspetta un libro simile a quello di Jim Hutton (l'ultimo compagno di Freddie, libro che lessi tanti anni fa e che mi colpì moltissimo), si resterà delusi. Peter, da bravo gentleman inglese, non si lascia emotivamente troppo andare, dice e non dice, resta ligio al suo compito anche ben oltre la morte di Freddie. Parla pochissimo di Mary Austin, degli altri membri della band, di Jim Hutton e di Joe Fannelli, e usa il tipico "sense of humour" inglese, che purtroppo si perde nei meandri della traduzione...traduzione che lascia veramente molto a desiderare, motivo per cui credo sarebbe meglio leggere il libro in lingua originale.

Insomma, per i veri appassionati un libro da leggere, e ugualmente per chi ha scoperto Freddie solo grazie al film, per scoprire davvero il personaggio Freddie, ben diverso da quello presentato sul grande schermo.
Aggiungo che trovo bellissima la foto di copertina, e si possono trovare altre foto intime ed interessanti alla fine del libro, dal repertorio personale di Peter.
Soprattutto nelle ultime pagine, per i veri fans è una ferita che si riapre e mai si rimarginerà, ma ne vale la pena.
Lo trovate qui:

mercoledì 13 marzo 2019

" New York 1941. Forse." di Luca Giribone - Europa Edizioni



 " Frank se lo chiedeva spesso, osservando le persone che vivevano fuori orario, con un misto di fascino e di angoscia."

"La paura fa superare il limite. Il discrimine fra buoni e cattivi è una illusione infantile. Ognuno di noi, nelle condizioni giuste, diventa un mostro."


Frank Logan è un giornalista d'inchiesta nella New York del 1941, e sta svolgendo delle indagini su un personaggio molto potente, che con ogni probabilità diventerà presidente degli Stati Uniti.
Con l'aiuto della fidanzata Dorothy e dell'amico detective Jim, scoprirà lati oscuri ed estremamente pericolosi di quest'uomo tanto facoltoso quanto intoccabile,che metteranno in serio pericolo lo stesso Frank e chi gli sta intorno.

Fino a qui la storia sembrerebbe essere un thriller ben scritto e costruito ma, come suggerisce saggiamente il titolo, non tutto è realmente come appare e all'improvviso prende una piega differente, assume contorni astratti e quasi "pirandelliani", che rendono riduttivo ricondurre l'opera al popolare genere "fantasy".

"New York 1941. Forse" è un breve romanzo stilisticamente molto ben scritto e strutturato, e rappresenta a parer mio un'innovazione coraggiosa nel panorama letterario contemporaneo.

Opera prima di Luca Giribone, classe 1975, ha venduto migliaia di copie grazie al passaparola e trova il suo seguito nel nuovo romanzo "Tryte", che sicuramente non risparmierà nuovi ed inattesi colpi di scena.
Sul sito dell'autore potete trovare ulteriori informazioni su entrambi i romanzi e leggere le sinossi complete.

Se cercate la novità in un panorama letterario ultimamente un pò piatto e ripetitivo, e siete pronti ad aprire la mente senza preconcetti, questo potrebbe essere il romanzo che fa per voi.

acquistabile qui:

mercoledì 20 febbraio 2019

" Farfalle bianche " di Chiara Polese - Bookabook







" Io voglio soltanto correre per il resto del niente che rimane."

" Nei tuoi giorni migliori, tu portami con te. Per quelle strade della vita che non ho vissuto, nell'amore per le persone che non ho amato, portami con te."

" Giochiamo a turno a fare gli adulti l'uno con l'altro. La verità è che siamo tutti figli senza genitori, tutti fragili, tutti spaventosamente terrorizzati da ciò che ci attende domani."

" La vita non ha modo di decidere di se stessa".




Questo è il secondo romanzo edito da Bookabook che ho il piacere di leggere, per gentile concessione della casa editrice stessa. È la seconda volta che resto piacevolmente colpita dalla qualità dell'opera, se pure molto diversa dal romanzo precedentemente letto   ("Un momento di chiarezza" di Silvia Trevisone, qui trovate la recensione e la spiegazione di come funziona Bookabook ) .

Non è facile parlare di questo romanzo, proprio perchè non è una storia semplice e perchè descriverla sarebbe probabilmente riduttivo.
Diciamo che ci sono i diari,risalenti agli anni Sessanta, di Maria, una ragazza poco più che ventenne con alle spalle una vita piuttosto complicata. In questi diari Maria descrive i suoi travagli interiori, la sua difficoltà nell'affrontare la vita quotidiana lontana da Davide, l'uomo che lei reputa la sua anima gemella, che sembra però destinato ad essere un amore essenzialmente platonico o poco più.
La prima parte del romanzo risulta un pò difficile e confusa, si fa fatica a mettere a fuoco la storia e gli stessi personaggi, ma superato quell'attimo la storia prende pieghe inaspettate,  risvolti appassionanti, per venire poi completata, verso la fine, da scritti di Davide e non solo, in un coro di tre voci distinte che farà luce sull'intera vicenda, dal passato al presente.

Chiara Polese, qui alla sua seconda opera, sa infondere alla storia narrata una poeticità intrisa di delicatezza, che rende la sua prosa inaspettatamente potente e di una profondità introspettiva rara.
La capacità di scavare nell'animo puro e fragile di Maria, è sicuramente qualcosa di innato, denota una sensibilità, un'empatia che non è da tutti, come non è da tutti saper rendere così bene l'ineluttabilità della vita nonchè i sentimenti che possono unire tanto profondamente un uomo e una donna, così come una madre ed un figlio, anche al di fuori dei legami di sangue.

Per concludere, "Farfalle bianche" è un romanzo di una poeticità e profondità poco comuni, da leggere con calma ed attenzione, da assaporare pagina dopo pagina, parola dopo parola, annotando frasi che sono piccole perle letterarie, e che ci trasportano verso un finale non scontato e necessariamente doloroso, ma meritevole di essere letto e compreso appieno.

Acquistabile qui

venerdì 8 febbraio 2019

" La bambina con due papà" di Mel Elliott - De Agostini





Grazie a De Agostini ho ricevuto una copia digitale di questo breve libro per bambini, e l'ho letto a mio figlio di sei anni.
Ovviamente ci tenevo a leggerlo e recensirlo viste le polemiche e lo scalpore suscitato ultimamente dal contenuto della storia narrata.
Bene, posso rassicurare tutti sul fatto che mio figlio non ne sia rimasto scioccato, ma nemmeno turbato, e neanche stupito nonostante attualmente non conosciamo famiglie composte da due papà.
"La bambina con due papà" è infatti un libretto molto carino, semplice, con una bella grafica, che vuole semplicemente mostrare che spesso la diversità è soltanto negli occhi di chi guarda, perchè le famiglie "diverse" sono poi noiose, piene di regole, con i loro lati positivi e negativi, esattamente come tutte le altre famiglie.
Quindi, state tranquilli e leggetelo ai vosti figli o nipoti, anche a quelli più piccoli, senza nessun pregiudizio, perchè possano aprire la mente e non lasciarsi ingabbiare da falsi stereopiti nè oggi nè in futuro.




" L' amore è una terra straniera" di Emily Robbins - DeA Planeta






" - Anch'io piangerei se avessi la sua età. Ma ora, se tu dovessi andartene domani, non piangerei. Forse, non ti telefonerei neppure.- 
-Perchè no?- 
- Perchè sono un adulto. Non penso con le emozioni, ma con il cervello."

" In quel paese quando ami qualcuno lo chiami con il tuo stesso nome."

" Vedi, gli uomini pensano che sia bello essere gelosi, ma mia madre sapeva che amare significa fidarsi. E prendersi cura e non avere segreti."




Bea è una ragazza americana ma ama molto la cultura araba e per questo va a studiare la lingua e la cultura presso una famiglia di Damasco (città che non nomina mai col suo nome, chiamandola semplicmente "città straniera" o "quella città".)
A casa di Madame, di Hassan (Baba) e dei suoi figli, Bea impara a vivere come loro, a parlare come loro, e soprattutto conosce Nisrine, la giovane e bella domestica indonesiana che ammalia tutti con la sua bontà ed eleganza.
Le due ragazze diventano molto amiche, si aiutano a vicenda, e si innamorano dello stesso soldato biondo che sorveglia la caserma sotto il loro palazzo. Per Nisrine si tratterà di un amore tanto platonico quanto potente, e Bea dovrà presto accettare che il soldato, Adel, sia perdutamente innamorato della giovane indonesiana.
Da qui inizierà ad essere testimone appassionata e silenziosa del loro amore, dei loro dialoghi a distanza, delle poesie arabe che Adel scriverà per la sua innamorata.
L'amore non sarà purtroppo l'unica realtà a lei sconosciuta che si troverà ad osservare; il marito di Madame è un esponente della parte rivoluzionaria del Paese, e la loro realtà quotidiana è fatta di sospetti, paure, tentativi di una vita normale mescolati ad un riserbo e ad una sorta di continua finzione, fino a quando la situazione del Paese, e della famiglia stessa, comincerà a precipitare costringendola ad un rientro forzato in America, ben prima della fine della sua vacanza studio.

Emily Robbins, qui alla sua prima prova da scrttrice, ha vissuto e lavorato in Medio Oriente e Sud Africa, e dalle pagine di questo suo romanzo traspare senza dubbio tutto il suo amore per questa cultura, per la sua lingua e letteratura, per i suoi usi e costumi così diversi da quelli occidentali.
Ho trovato la prima parte della storia troppo lenta e poco appassionante, molto meglio la seconda parte ed il finale piuttosto struggente.
Un romanzo utile a capire una cultura così diversa dalla nostra, e vista con gli occhi incantati di una ragazza occidentale completamente ammaliata dalle loro poesie, dai loro testi tradizionali, dalle emozioni nei dialoghi con l'adorato capofamiglia.
Una lettura piacevole e da affrontare con una mente sgombera da pregiudizi e con un'attitudine più spirituale rispetto a quella a cui siamo abituati.




mercoledì 16 gennaio 2019

" L'innocente " di Marco Franzoso - Mondadori






" C'era molto bisogno dei cattivi per capire chi erano i bravi."

" Forse era quello diventare adulti, prendersi delle responsabilità più grandi di noi e affrontarle comunque, anche se non ci si sente all'altezza."



Matteo ha soltanto dieci anni quando resta orfano di padre, di un padre con cui condivideva momenti semplici e importantissimi che all'improvviso mancano come l'aria.
Matteo resta solo con la fragile ed insicura madre e la sorellina, per lui sempre scioccamente felice.
Così, spinto dalla madre che ha spesso bisogno di stare da sola, inizia a frequentare l'oratorio del paesino di campagna in cui vive, e grazie al giovane parroco il suo sogno di suonare in una vera band pare avverarsi.

Matteo è in auto con la madre in una torrida giornata estiva; vanno a prendere un giovane, scapestrato avvocato amico di famiglia e si dirigono verso il tribunale. Lì, nella "stanza delle parole", verrà sottoposto ad un interrogatorio, con l'assistenza di un'inadatta psicologa, che sarà anche peggio delle presunte molestie che l'hanno portato fin lì.

"L'innocente" è un breve romanzo di formazione, impalpabile e delicato, che con estrema empatia e sensibilità coglie il punto di vista di un ragazzino, in una fase della vita in cui viene da tutti considerato in qualche modo una pedina, in cui non può decidere nulla, nemmeno se le molestie subite siano realmente accadute.
Gli adulti in questo romanzo non fanno proprio una gran bella figura; una madre sopraffatta dal dolore e dall'incapacità di andare avanti con le proprie forze, una nonna rancorosa, un parroco troppo esigente e violento, e delle autorità preposte alla tutela di minori che fanno tutto meno che tutelarlo.
Sarà proprio nel momento in cui lascerà il tribunale, che Matteo riuscirà ad intravedere uno strappo con la sua infanzia e trovare il coraggio di prendere in mano la sua giovanissima vita.

domenica 13 gennaio 2019

" L' apprendista geniale" di Anna Dalton (Garzanti)






" Io non avevo mai ricevuto porte in faccia ma solo perchè non avevo mai bussato."

" Non c'è niente che ti fa sentire allo stesso momento parte di qualcosa e separato da tutto come vivere a Venezia."

" Tutte le felicità sono uguali, ma le sofferenze sono diverse tra di loro."



Andrea ha diciotto anni ma ha vissuto poco la sua adolescenza; ha perso la mamma (irlandese) da qualche anno, vive sola col padre in un piccolo paese, ama molto studiare e non ha praticamente mai avuto amici. Il suo sogno è diventare un'affermata giornalista come lo era sua madre, e sembra quasi concretizzarsi quando riesce a vincere una borsa di studio per un prestigioso ed internazionale college di Venezia.
Da quel giorno la sua vita prenderà una piega del tutto inaspettata; da subito entrerà a far parte di un affiatatissimo gruppo di amici, troverà un lavoro che le permette di arrotondare le spese del college, e per la prima volta scoprirà anche l'amore.

L'opera prima di Anna Dalton (che scopro ora essere una giovane attrice italiana di origini irlandesi e dai rossi capelli,come Andrea), è un godibilissimo romanzo che parla di giovani con famiglie e culture diverse, ma con un unico sogno; diventare giornalisti. Non calciatori, soubrette, modelle o fashion blogger, e quindi già per questo meriterebbe un'ovazione. La gioventù di cui ci parla Anna Dalton sogna e lo fa in grande, studia e riflette, si diverte ma con garbo, si ubriaca come tutti i giovani di ogni generazione fanno, ma soprattutto si impegna per ottenere un risultato.

"L'apprendista geniale" è un romanzo ben scritto, scorrevole e ironico ma non banale; racconta la vita e i ritmi del Longjoy, questo esclusivo college situato su un'isoletta della laguna veneziana, e ne descrive così bene le atmosfere ed il paesaggio, che fa venire voglia di tornare a Venezia e di riscoprirla aldilà delle orde di turisti a cui siamo purtroppo abituati.
Andrea è una protagonista fantastica, che merita a pieni voti il proprio riscatto sociale e ci fa tifare per lei pagina dopo pagina.
Non è un romanzo d'amore nonostante se ne parli molto; è principalmente un romanzo che parla di amicizia e di sogni, di porsi degli obiettivi e di tentare seriamente di raggiungerli.

Mi sento di consigliare questo libro per una piacevole lettura, e di esortare l'autrice a continuare a scriversi e cimentarsi magari in qualcosa di più impegnativo, senza perdere la sua arguta ironia.