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domenica 19 luglio 2020

"Per il mio bene" di Ema Stokholma - Harper Collins






"...provo una cosa che non avevo mai sentito prima nei suoi confronti: empatia. È un sentimento bello ma mi fa anche soffrire, perchè è più facile odiare una persona."

" La colpa non è solo del genitore, purtroppo. La colpa è anche delle maestre, dei vicini, la colpa è vostra ed è mia."

"Non si è al sicuro in nessun posto."
Con questa consapevole affermazione l'autrice inizia il suo sconvolgente racconto, la storia della sua infanzia e adolescenza con una madre violenta, sola e con seri problemi psicologici.
Nata e cresciuta in Francia con la madre ed il fratello maggiore Gwendal, un padre italiano che li abbandona in tenera età e molto saltuariamente ricompare senza mai interessarsi davvero a loro, la piccola Morween ha solo quattro anni quando si rende conto che nessun luogo è sicuro se c'è sua madre.
La loro infanzia è un susseguirsi di violenze fisiche e verbali inaudite, di accuse assurde, di umiliazioni, di paura di respirare in un certo modo, di avere le labbra troppo grosse o di essere troppo alta e troppo magra, troppo contenta o troppo silenziosa.
Se "il mostro"(come l'autrice chiama la madre) si infastidisce per qualcosa, allora è la fine; è capace di svegliarla in piena notte per buttarla in una vasca piena di acqua gelata, istigarla al suicidio, accusarla a sei anni di essere una sgualdrina che ama "andare con uomini adulti", e non c'è mai fine al peggio.
Nessuno si accorge di nulla, nessuno interviene, e l'unica via d'uscita resta la fuga, che porterà finalmente a termine a soli quindici anni, lasciandosi indietro un'esistenza da incubo e cominciando a vivere, certo con mille difficoltà, ma qualsiasi cosa sarà certamente migliore di ciò cha è stato.

"Per il mio bene" è un libro che si legge in poche ore, una fedele cronaca di avvenimenti, di precisi e dolorosi ricordi, scritto con grande chiarezza e soprattutto estrema dignità ed onestà.
Lo scopo dell'autrice è sensibilizzare la gente che assiste a scene di ordinaria violenza, spronare a denunciare, a non farsi i fatti propri, perchè per molti bambini potrebbe essere l'unica salvezza.

Ema Stokholma è il nome d'arte di Morween che, lasciatasi alle spalle la sua vecchia vita, diventa una celebre dj e attraverso questo libro cerca forse di liberarsi di quel macigno che è il suo passato. Un macigno di cui parla apertamente per la prima volta perchè prima era difficile farlo; c'era il pudore, la vergogna e forse anche qualche senso di colpa, ma ora no, ora deve parlarne per chiudere un cerchio e perchè la sua esperienza possa aiutare chi si trova tuttora in una simile condizione.
Ema Stokholma ce l'ha fatta, è una sopravvissuta, una che non riesce mai ad odiare davvero quel "mostro", è diventata una donna che ha saputo toccare il fondo per poi risalire a tutta velocità, una che ha dovuto contare esclusivamente sulle sue forze senza arrendersi mai e la cui dignità la accompagna fin da quando era bambina.
Allora solo una cosa possiamo dire a questa ragazza coraggiosa; GRAZIE. Grazie per la tua testimonianza, per quei ricordi così dolorosi, per quel tuo istinto di sopravvivenza che ti ha portato fino a qui.

lunedì 13 luglio 2020

" A proposito di niente - Autobiografia" di Woody Allen - La Nave di Teseo


"Ma lo vedete dai film che ho fatto: alcuni sono divertenti, ma nessuna delle mie idee sarà mai la base di una nuova religione."

" Posso sfoggiare giacche di tweed come un professore di Oxford, ma dentro sono un barbaro."

" La cosa divertente, quando si gira un film, è il fatto di realizzarlo, l'atto creativo. Gli applausi non significano nulla."

"Basta essere accusati per essere ritenuti colpevoli "

Woody Allen è un genio, e per me questa è una verità inconfutabile.
Se non siete d'accordo, se lo conoscete solo in quanto etichettato come "molestatore di figlie minorenni", se non avete mai visto un suo film, allora evitate di leggere questo libro...o forse no, forse dovreste proprio leggerlo! Per capire quanto sia potente l'ormai celebre "macchina del fango", quanto anche un movimento "Me too" può trasformarsi in un'arma a doppio taglio, per conoscere veramente un grande regista e cosa rappresentano i suoi film, per scoprire che dietro quella facciata di secchione un pò sfigato ed ipocondriaco si cela in realtà una persona assai diversa, un ex sportivo e appassionato, un ragazzino che odiava la scuola ma sapeva far ridere, e soprattutto un uomo umile, che non riguarda mai i propri film, non legge le critiche, nemmeno quelle positive, e non ritira premi.
Woody Allen sforna capolavori senza rendersene conto, aspetta ancora che arrivi il suo miglior film, e nel frattempo divide la vita con Soon-Yi, il suo grande amore, per cui ha pagato un prezzo molto alto.
Raccontare questa sua autobiografia (boicottata in ogni modo negli Stati Uniti e pubblicata coraggiosamente in Italia da La Nave di Teseo) ha senso solo se fatto attraverso le sue parole, certamente posso dire che è un libro impegnativo, fitto di parole, che ripercorre tutta la sua vita partendo dall'infanzia, tutti i suoi film (complimenti per la memoria perchè ricorda perfettamente il cast di ognuno, i tantissimi aneddoti, le difficoltà incontrate su ciascun set), le donne che ha amato, ed ovviamente la parte più difficile della sua vita, quella relativa a Mia Farrow e alle pesantissime denunce (da cui è stato ASSOLTO ) che gli hanno rovinato e continuano a rovinargli l'esistenza.
Il tutto condito dal suo celebre ed irresistibile humour.
Per una volta la parola se l'è presa lui, e merita di essere ascoltato.