Amazon Prime Student

mercoledì 13 dicembre 2017

"Ci vediamo un giorno di questi" di Federica Bosco





" Nel mio mondo pieno di spigoli lei era una piacevole imbottitura."

" -Lo capirai quando avrai figli. Da quel mmento in poi succede che non riesci a essere felice al cento per cento se sai che la tua bambina non sta bene.-"

" Non ci rendiamo conto della nostra serenità fino a quando non ci viene strappata di mano come un palloncino dal vento. E quando l'abbiamo persa ci sembra impossibile avere avuto una vita normale."

" In ogni caso, come ho già detto, Cate di uomini non aveva mai capito niente. Ma chi ci ha mai capito qualcosa, in fondo? Alla fine cerchiamo tutte nostro padre." 

 Un libro che tratta temi importanti risulta necessariamente cupo e pesante? Spesso sì, ammettiamolo, ma ci sono anche delle piacevoli eccezioni ed è questo il caso del romanzo di Federica Bosco, autrice di numerosi romanzi ma che io ho conosciuto grazie a "Ci vediamo un giorno di questi", uscito lo scorso settembre con Garzanti.

Non voglio svelare troppo di questa storia; io l'ho letta senza sapere minimamente di cosa parlasse, se non di una grande amicizia, e ho scoperto pagina dopo pagina quante corde potesse toccare.
Vi dirò soltanto che la voce narrante è quella di Ludovica, che ripercorre la storia della sua amicizia con Caterina, iniziata ai tempi della scuola, e quindi la storia delle loro vite, da sempre intrecciate indissolubilmente una all'altra nonostante le forti differenze tra le loro personalità.
Ludovica ha alle spalle una famiglia regolare, è abitudinaria, insicura, un'osservatrice, mentre Caterina si tuffa a capofitto nella vita, nonostante non abbia alle spalle grandi sicurezze.
Caterina illumina l'esistenza di Ludovica, ma forse è vero anche il contrario...e tra relazioni mal riuscite, nuovi inaspettati incontri, viaggi senza paracadute, dure prove da superare insieme, leggendo questo romanzo ci si chiede come possa trasmettere tanta leggerezza, nonostante tutto.
E allora si perdonano anche alcune licenze poetiche un pò stucchevoli, alcuni dialoghi un pò improbabili, nei ringraziamenti dell'autrice si capiscono le sue ottime intenzioni, il suo bisogno di far pace con delle situazioni con cui deve aver avuto a che fare realmente, di chiudere un cerchio che spesso nella realtà non sembra possibile chiudere, o almeno non come vorremmo.

"Ci vediamo un giorno di questi" è un'ironica celebrazione della vita e dell'amicizia, delle piccole cose quotidiane e della forza di noi donne, che a volte non sappiamo neppure di avere ma che quando la scopriamo...beh, ne vale la pena, come vale la pena leggere questa storia di due amiche che, ne sono certa, ci resteranno nel cuore.

mercoledì 18 ottobre 2017

"Becco di rame" di Alberto Briganti



Sottotitolo "La più bella favola per bambini tratta da una storia vera".

Per la seconda volta recensisco un libro per bambini e lo faccio perchè sia la storia, sia l'autore ed i protagonisti, lo meritano davvero.

Becco di Rame è il soprannome di Ottorino, un'oca Tolosa adottata ad un mercato toscano da Alfredo e Gisella quando era ancora un cucciolo. La vita di Becco di Rame inizia nel migliore dei modi, in armonia con gli altri animali della grande casa nella campagna toscana dei suoi proprietari, che lo adorano e lo accudiscono come un figlio.
Una notte, mentre dorme nella casetta di legno insieme ai suoi compagni pennuti, Becco di Rame sente un fortissimo rumore e si trova faccia a faccia con una volpe che ha tutta l'aria di volersi mangiare uno dei suoi amici più piccoli. A quel punto la nostra eroica oca non si lascia intimorire e affronta la volpe, rimettendoci però buona parte del suo becco, indispensabile per mangiare, bere e continuare a vivere felicemente come le altre oche.
Proprio quando sia lui che Alfredo e Gisella stanno per perdere le speranze, ecco che il veterinario più famoso della zona, che ha salvato tantissimi animali di specie diverse, trova una soluzione; costruire un becco che possa sostituire quello originale ormai perduto, e per farlo utilizzerà proprio il rame!
A quel punto il nostro piccolo eroe potrà tornare a vivere e sarà per sempre un'oca speciale, proprio grazie al suo nuovo e luccicante becco.

Becco di Rame e il veterinario che l'ha salvato girano spesso per le scuole, per raccontare la loro incredibile storia e per dimostrare ai bambini che non bisogna mai perdere la speranza e che la diversità non è un difetto, piuttosto un valore aggiunto.
La loro storia insegna il rispetto per tutti gli animali, anche per quelli comunemente destinati all'alimentazione, e non meno intelligenti dei cani e gatti che abitualmente popolano le nostre case.
Inoltre la Fondazione Becco di Rame promuove la pet-therapy per i bambini con protesi e per pazienti affetti da disturbi dell'alimentazione, aiuta atleti disabili e finanzia il recupero di animali selvatici in dificoltà.
Insomma un impegno a tutto tondo, un libro semplice, ben scritto e correlato da immagini molto belle (opera del figlio dell'autore), un protagonista indimenticabile per ogni piccolo lettore, e la possibilità di acquistare anche lo splendido audiolibro.

Becco di Rame è acquistabile on-line tramite il sito www.beccodirame.com o su Amazon (dove potete trovare anche l'audiolibro).


venerdì 13 ottobre 2017

" Sangue giusto" di Francesca Melandri




" Migrare è un gesto totale ma anche molto semplice: quando un vivente in un posto non può sopravvivere, o muore o se ne va."

" Perchè per qualsiasi altro essere umano la realtà in cui vive, più o meno compatibile con quella degli altri, non è la stessa. Non è solo che la vive in modo diverso, che la giudica in modo diverso, che la interpreta in modo diverso: è un'altra. Il centro del mondo di ognuno è quel punto in mezzo ai suoi occhi, alla radice del suo naso e questo vale per tutti, anche le persone più generose e altruiste."


Dall'ultima mia recensione è passato un pò di tempo, e il motivo è che mi sono cimentata nella lettura di un'opera (perchè chiamarlo romanzo è riduttivo) piuttosto impegnativa e fisicamente ingombrante (521 pagine a me gentilmente offerte da Rizzoli), ovvero l'ultimo libro di Francesca Melandri, di cui avevo già recensito lo splendido "Eva dorme".

Se "Eva dorme" era un romanzo con ampi cenni storici, in "Sangue giusto" la parte storica è predominante e trattata con ammirevole meticolosità che non lascia nulla all'immaginazione o all'approssimazione.
Francesca Melandri è scrittrice estremamente precisa; ogni suo personaggio, ogni scena narrata, ogni ambientazione, vengono approfonditi con una tecnica di scrittura unica, puntigliosa e fluida allo stesso tempo, che ci permette di diventare spettatori e non soltanto lettori, per tutta la durata del libro.

La storia italiana dai primi del Novecento ad oggi (2010 e infine 2012) viene indagata in ogni sua piega; si va dalla Prima Guerra Mondiale alla conquista dell'Etiopia, dove il protagonista indiscusso Attilio Profeti, combatte e si crea una sorta di vita parallela. Si passa per la Seconda Guerra Mondiale, l'ascesa del Fascismo, fino ad arrivare ai giorni nostri, al potere di Berlusconi e infine alla sua lenta disfatta. Si parla di corruzione, di segreti di Stato, ma soprattutto di immigrazione ed emigrazione, di come i conquistatori italiani hanno sfruttato, umiliato e dato il peggio di sé in Etiopia, Eritrea, Libia.
In un giorno qualsiasi Ilaria, una dei figli di Attilio, scopre di avere un fratellastro etiope, e capisce ciò che ha sempre pensato, ovvero che non si conoscono mai del tutto nemmeno i propri genitori.

"Sangue giusto" è un romanzo importante, che ci fa riscoprire una parte della nostra storia italiana che solitamente conosciamo troppo poco perchè anche a scuola le si dà misteriosamente poco peso. Ecco perchè sarebbe un libro da includere nel programma didattico di ogni scuola italiana; perchè per esprimere opinioni sulla storia e la politica attuale, bisogna prima conoscere bene ciò che è avvenuto prima, bisogna capire cosa sia il fenomeno dell'immigrazione di cui ormai ci si riempie sempre più la bocca.
Grande merito a Francesca Melandri, e agli italiani che vogliono davvero CAPIRE.


domenica 10 settembre 2017

" La ragazza del passato" di Amy Gentry







" ...alzarsi dal letto ogni mattina per affrontare un mondo in cui il peggio è già accaduto e io in qualche modo sono ancora viva."

" ...ho sempre odiato l'idea che al mondo nessuno fosse in grado di sapere cosa pensavano gli altri. Il fatto che nessuno sarebbe mai entrato nella mia testa mi faceva sentire terribilmente sola." 
 


Premetto che non sono un'appassionata di gialli e thriller, quindi forse non sono la persona più indicata a recensirne uno, e di solito opto per altri generi, ma in questo caso ho sentito il "richiamo" de "La ragazza del treno", romanzo che mi aveva piacevolmente stupita. (La ragazza del treno)
Complice quindi il titolo, la copertina e la trama, ho sperato mi coinvolgesse come il suddetto romanzo, e ho iniziato la lettura con grandi aspettative; questo forse il mio errore.
La trama era appunto promettente: Anna e Tom sopravvivono dopo otto anni dalla scomparsa della figlia maggiore Julie, all'epoca appena adolescente, e mentre si apprestano a cenare con la seconda figlia Jane, rientrata per pochi giorni dal college, aprono la porta di casa ad un'apparente sconosciuta...una poco riconoscibile Julie.
Il suo arrivo e ciò che porta con sè sconvolgerà la loro vita, e farà in modo che Anna inizi a nutrire dubbi su di lei, su Tom, su Jane e metterà in discussione le loro complicate esistenze.

Fin dalle prime righe, la sensazione che mi assale è CONFUSIONE.
Soprassedo e proseguo speranzosa nella lettura, ma niente...la confusione cresce, si moltiplica, e fa perdere i contatti con la storia e soprattutto con l'anima dei personaggi (fattore decisivo ne "La ragazza del treno", definibile infatti thriller psicologico), in un susseguirsi di flashback, cambi di ambientazione, voci narrative, punti di vista, nomi, personaggi, spazi temporali. Probabilmente è un mio limite, visto che mi capita anche guardando alcuni film, ma continuavo a perdere il filo della storia e mi smarrivo in questa infinita distesa di personaggi e regressioni davvero poco chiare.

La scrittura di Amy Gentry, qui al suo esordio letterario, è indiscutibilmente buona, piacevole, ricca, ma non riesce a salvare le sorti di un romanzo poco catalogabile e piuttosto faticoso da leggere, nonostante le premesse fossero molto buone. Nemmeno il finale riesce a risollevare le sorti della storia, anzi l'ultimissima parte risulta persino piuttosto lenta e noiosa.
Insomma un'occasione mancata per un'autrice senza dubbio promettente, che speriamo ci stupirà nelle prossime opere.




domenica 27 agosto 2017

" Il giorno che aspettiamo" di Jill Santopolo




" -Ho paura di avere mille sogni che non riuscirò mai a realizzare. Che questo mi renderà furioso e amareggiato, e che finirò per far male a chiunque mi stia attorno.-"

" Secondo gli scienziati la memoria olfattiva è quella che meglio conserva i ricordi. Io ne sono più che convinta. Quando ho affondato il viso nella tua camicia, mi sono ritrovata catapultata indietro nel tempo."

" Mi volevi perchè ero fatta in quel modo. Darren mi voleva, sì, ma a dispetto di com'ero fatta."


Lucy e Gabe si conoscono all'università, una mattina di settembre, non un giorno qualsiasi bensì l'11 settembre 2001. Assistono alla tragedia delle Torri Gemelle dal tetto dell'università di New York in cui studiano entrambi, esperienza che legherà per sempre le loro vite, ma che allo stesso tempo le dividerà.
Da qui inizia la loro storia, una storia apparentemente perfetta e indissolubile, che sarà invece costellata di scelte, distanze, improvvisi ritorni, strade completamente differenti.

E' la stessa Lucy che ripercorre dettagliatamente i passi della loro storia e della sua vita con e senza Gabe, attraverso una lunga lettera indirizzata proprio a lui.
Lucy parla di Gabe, il grande amore o forse, per meglio dire, la grande passione della sua vita, e gli parla di Darren, l'uomo che ha sposato e con cui ha avuto due figli. Fa continuamente paragoni tra i due, al punto che il povero Darren riesce a risultare un personaggio "disturbante" nonostante si faccia andar bene molte cose che un uomo normale non accetterebbe nemmeno lontanamente.
D'altro canto Gabe resta un pò una sorta di personaggio mitologico, di cui sappiamo poco se non che ha anteposto la passione per il suo lavoro, la passione per la vita, a quella che nutriva nei confronti di Lucy; la sua intenzione di partire, mollare tutto per fare il fotografo in zone di guerra e precisamente in Iraq e poi a Gaza, è per lui indiscutibile e Lucy non se ne fa una ragione.
Gabe non vuole fare la fine del padre; uomo intrattabile perchè perennemente insoddisfatto della sua vita e del suo lavoro. Vuole essere diverso, vuole seguire quella che sente essere la sua passione, e Lucy da parte sua non è da meno, tiene parecchio alla sua carriera, e non intende sacrificarla...
Due vite che si allontanano e poi si ritrovano, nel corso di tredici anni di narrazione e di eventi storici a noi piuttosto vicini, in una lettera che verso la fine assume toni drammatici ed inaspettati per rivelare un ultimo, potente segreto.

Caso editoriale 2017, stampato in oltre 30 Paesi, è l'opera prima di Jill Santopolo, che ha saputo tenere incollati alle pagine migliaia di lettori..e come????
Questo resta per me il segreto di questo libro; nonostante l'autrice ripercorra la vita della protagonista in modo fin troppo dettagliato, nonostante non si tratti onestamente di una vita tanto interessante, non si può non appassionarsi e non trovarsi a ripensare a Lucy e Gabe anche a distanza di tempo.
Evidentemente, Jill Santopolo ha seguito, come il caro vecchio Gabe, quella che era la sua passione, e le è andata decisamente meglio.


martedì 1 agosto 2017

" Tutta colpa di un like" di Lorena Lorici




" Era lei con le sue fissazioni dovute alla miriade di libri che aveva letto, che aveva trasformato uno squallido allupato in un cavaliere romantico e un pò pasticcione."

" Incredibile come le cose vengano percepite diversamente se si cambiano le proprie convinzioni."


Ho scoperto e letto questo nuovissimo romanzo grazie alla casa editrice BookTribu, che si pone come obiettivo quello di scovare e pubblicare autori emergenti, sia in formato digitale che cartaceo.
Una fantastica idea e un compito certamente non facile, che però in questo caso direi piuttosto riuscito.

"Tutta colpa di un like" ha un titolo che parla da sè; la vita sociale, amorosa, quotidiana, ai tempi dei social network e in particolare di Facebook.
Quanto ci influenzano, quanto tempo occupano nella nostra quotidianità, quanto possano influire sul corso delle nostre esistenze.

Cleopatra detta Cleo è una quasi quarantenne in procinto di pensare alle nozze con Silvio, dal quale viene però improvvisamente scaricata tramite un laconico messaggino su Whatsapp.
Seguono per lei mesi piuttosto duri, fino a quando la nipotina Federica non la introdurrà all'incantato mondo dei social e la obbligherà ad iscriversi a Facebook, invitandola a postare solertemente selfie e stati d'animo, e ad accettare le più disparate richieste di amicizia.
Richieste che arrivano a raffica, dato che Cleo gestisce la storica libreria ereditata dalla nonna russa, e conosce tantissime persone.
Da quel momento la sua vita sarà sempre più influenzata dall'uso dei social, prima per mera curiosità e poi per vera dipendenza, e la porterà a conoscere tipologie maschili tra le più disparate (e patetiche aggiungerei), ad intessere nuove ed interessanti amicizie, a scoprire lati nascosti di personaggi apparentemente insospettabili.

Ho trovato questo romanzo una lettura piacevole, fresca, leggera ma con interessanti spunti di riflessione. E' sicuramente una storia al femminile; Cleo è una donna a tutti gli effetti nonostante si occupi principalmente di libri e fosse inspiegabilmente rimasta tagliata fuori dal mondo social. E' bella, educata, di buona famiglia, ha un armadio degno di Sex and the city, un paio di amiche fidate e molto single come lei, pratica Pilates e cerca il vero amore.
La storia è semplice e narrata in modo scorrevole, condita di effervescente ironia, ricca di personaggi (alcuni forse un pò troppo stereotipati) che forse non si prendono mai del tutto sul serio, in primis la protagonista.

L'autrice Lorena Lorici è al suo esordio letterario, insegna Pilates e ha qualche punto in comune con Cleo, ma specifica la storia sia tutta frutto della sua immaginazione e sottolinea la fatica di scriverla nonostante la consapevolezza che non si tratti della "Divina Commedia".
E' vero, non lo è;  la scittura risulta un pò acerba e a tratti imprecisa, protratta per qualche capitolo di troppo, ma trovo abbia buone potenzialità e questo suo primo romanzo sia una storia piacevole, non troppo impegnativa senza però peccare di superficialità.
Il finale lo definirei aperto, quindi aspettiamo fiduciosi le prossime avventure della nostra Cleo...(si appassionerà ad Instagram o Twitter, o resterà fedele al caro vecchio Facebook?).

martedì 25 luglio 2017

" Un bacio in bocca", autori vari


" Meglio salire in macchina e far girare il motore e riempire l'animo del suo rumore mentre si pensa a dove andare, ovunque, ma lontano da qui." Franco Limardi, "Davanti al duomo".

" E' una specie di distrazione che mi porta altrove, a ipotizzare vite possibili, destini che mi attraggono per il loro stesso non essere." 
" E' così patetico e banale ricominciare a desiderare la giovinezza?"   Giorgio Nisini, "Cose che hanno a che vedere con la luce".

" Restare solo con me stesso è la mia passione. (...) sapere di avere a disposizione un tempo neutroin cui leggere, mandare messaggini agli amici, spiare degli sconosciuti (a patto che non attacchino a parlare) o anche semplicemente sonnecchiare, ebbene: quello spazio franco - in cui riesco ad azzerare il mondo esterno- diventa all'improvviso il regalo più bello che mi si possa fare." Marco Peano "Cosa fare a Vetus Urbs quando sei morto".


Sottotitolo; sedici scrittori italiani raccontano la passione.

Premettendo che non amo molto le antologie di racconti (le trovo dispersive, e preferisco affezionarmi ad un'unica storia, seguirla fino alla fine concentrandomi sulla sua evoluzione, piuttosto che ricominciare continuamente daccapo), devo ammettere che questa in particolare non mi ha affatto delusa.
Diversi autori li conoscevo ed apprezzavo già; prima fra tutti la mia amata Valentina D'Urbano, che anche questa volta non mi ha delusa col suo "Amaranta", un racconto pienamente nel suo stile, un pò misterioso, un pò "borderline", affascinante come sempre.
Lorenzo Marone, di cui ho recensito lo splendido "La tristezza ha il sonno leggero", lo ritrovo qui con un racconto intitolato "Le gazze non fumano", che è secondo me il più poetico e significativo di tutta la raccolta...commovente nella sua tipica, mai fuori luogo,ironia.
Simona Sparaco, di cui ho recensito "Se chiudo gli occhi", ci offre un breve ed originale racconto, o meglio un flusso di pensieri, chiamato "Ossessioni".
Aldo Nove mantiene il suo stile "noir" col racconto in prima persona, da subito sconvolgente (inizia con "Ho ammazzato i miei genitori") "Woobinda remix (il bagnoschiuma 2015)".
Chiara Gamberale si concentra sui litigi di una coppia un pò esausta, nel suo "Dove vanno a finire i gioielli di famiglia", in cui la passione si palesa in furibonde esternazioni ma anche in clamorose risate, in una normalità in cui è facile riconoscersi.

Autori che non conoscevo mi hanno piacevolmente colpita e spinta a cercare loro opere che spero di recensire presto; Franco Limardi con "Davanti al duomo" ripercorre una storia passata ed un incontro un pò fuori luogo.
Giorgio Nisini (tra l'altro curatore dell'antologia) con "Cose che hanno a che vedere con la luce" descrive un incontro fortuito, un lampo che permette al protagonista di ritrovare l'ingannevole giovinezza e le sue sopite emozioni.
Marco Peano e il surreale "Cosa fare a Vetus Urbs quando sei morto" stupisce e fa sorridere con un brivido che non guasta, e chiude la raccolta in maniera originale e degna di nota.

L'idea è partita appunto da Giorgio Nisini, codirettore artistico del Festival letterario Caffeina, che si svolge a Viterbo ogni anno dal 2007, ed è il filo conduttore di tutti i racconti.
Nisini ha chiesto ai sedici, diversissimi autori, di raccontare la passione secondo il loro punto di vista, in tutte le sue sfumature, ed il risultato è un'antologia sorprendente e che vi consiglio certamente di leggere, anche solo per ricordarci di quanti e quali grandi autori italiani possiamo ancora vantare.




domenica 23 luglio 2017

"Perfect 2 (Past Imperfect) L'imperfezione del cuore" di Alison G.Bailey




" Mi sono chiesta spesso se non si sia tagliata le vene nella speranza di provare qualcosa, qualunque cosa, prima di morire."

" I miei pensieri volano a mio padre: chissà se c'è stato un momento, anche solo per un secondo infinitesimale, in cui abbiamo condiviso qualcosa."


Non vedevo l'ora di leggere questa seconda parte del primo "Perfect", e grazie alla DeA ho potuto leggerlo subito.
Peccato che non avevo fatto i conti col paragone; se andate a rileggere la mia recensione del primo romanzo della saga, la troverete a dir poco appassionata e molto ma molto positiva. Ecco perchè, nei confronti della seconda parte, avevo aspettative forse anche troppo alte, e non avevo nemmeno considerato che qui non si parla degli stessi protagonisti Amanda e Noah, che avevo adorato (ecco, forse Amanda un pò meno e chi ha letto Perfect mi darà ragione), bensì del nemico numero uno di entrambi, Brad, che in Perfect non fa proprio un figurone, diciamocelo.
Quindi, per quanto io abbia tentato in tutti i modi di rivedere il suo personaggio e di farmelo piacere, mi dispiace ma non sono riuscita proprio ad affezionarmi a lui, nè alla sua adorata Mabry, nonostante i loro due punti di vista si alternino e si incastrino perfettamente.

Seppure la loro storia d'amore abbia risvolti drammatici, affronti temi come il suicidio e l'anaffettività genitoriale, l'autolesionismo e la depressione, risulta comunque un pò troppo stucchevole; loro sono bellissimi, i "Ti amo" di Brad sono un fastidioso tormentone, e...tutto è bene quel che finisce bene...un pò troppo bene direi.

Detto ciò, io adoro l'autrice ed è chiaro si tratti di uno Young Adult rosa e piuttosto piccante, quindi nel suo genere è quasi perfetto.
La scrittura della Bailey ha qualcosa di misterioso, perchè riesce a coinvolgere da subito il lettore e a far sì che faccia fatica a staccarsi dalle pagine dei suoi romanzi; Perfect lo lessi in un paio di giorni, questo in poco più.
La passione che questa scrittrice mette nella scrittura, e la sua voglia di affrontare le enormi difficoltà che la vita ci può presentare, la sua determinazione nell'affrontarle e superarle e vedere sempre il futuro come qualcosa di estremamente positivo, sono il suo segno distintivo.

Il terzo e ultimo romanzo della serie, narra la storia tra Amanda e Noah ma raccontata dal punto di vista di quest'ultimo, e di sicuro non me lo vorrò perdere non appena uscirà anche in Italia.






lunedì 17 luglio 2017

"Un libro ti salverà" di Erika Swyler








" - Perchè diavolo la gente non capisce che ci sono cose di cui semplicemente non si parla? Certe cose uno deve tenerle per sé se non vuole fare soffrire gli altri. Uno impara a convivere con il senso di colpa, è così che paga il suo debito. Il senso di colpa dovrebbe essere la punizione -"

" Ci portiamo dietro le nostre famiglie come ancore a cui aggrapparci durante le tempeste."

" Forse il libro ha aperto una porta; i libri hanno il potere di increspare la superficie delle cose."




Simon vive a Long Island, un luogo suggestivo e ricco di ricordi, nella casa in cui è cresciuto e che sta cadendo letteralmente a pezzi, com'è stato un pò per la sua famiglia, di cui restano solo lui e la sorella minore Enola, per cui lui è stato più un padre che un fratello.
Enola è scappata da quel luogo, ma Simon non abbandona quella fatiscente casa perchè se lei dovesse tornare, dovrà poterlo trovare lì dove è sempre stato.
La sua vita subisce uno scossone nel momento in cui perde il suo tranquillo impiego di bibliotecario, riceve in dono da uno sconociuto un antico libro mai visto prima, ed Enola ricompare all'improvviso.

"Un libro ti salverà" è un romanzo che si fa leggere, scritto molto bene, in modo particolareggiato ma non pesante, e la storia che racconta ti cattura fin dalle prime righe.
E' una storia di misteri, intrecciata con quella di Amos, vissuto alla fine del Settecento, abbandonato in un bosco perchè figlio illegittimo, ed unitosi poi ad una carovana di artisti itineranti.
Una storia di misteri famigliari, di legami, di dolorose separazioni, di destini apparentemente ed inspiegabilmente segnati, di generazione in generazione.
Il tutto condito da un'alone di magia, quella della divinazione; i tarocchi sono il filo conduttore che unisce la storia contemporanea di Simon, Enola ed Alice (la ragazza con cui hanno condiviso l'infanzia) a quella dei loro avi.

Un romanzo con una voce narrante maschile, ma che gira intorno alle sorti delle donne della famiglia, un romanzo che secondo me merita di essere letto e apprezzato per la sua originalità e per la complessità delle sue storie.


venerdì 2 giugno 2017

" L'ultimo faro" di Paola Zannoner






" Secondo me chi sorride troppo in generale ha qualche problema, anzi, è un problema. Perchè chi sorride tanto si secca a vedere che tu non sorridi, che non sei grato..."

" E' difficile beccare il ruolo giusto al momento giusto."



Quattordici adolescenti problematici si ritrovano, perlopiù "grazie" ai rispettivi genitori, a condividere una particolare vacanza all'interno di un vecchio faro non più funzionante.
I coach hanno organizzato ogni giorno nei minimi particolari, in modo da tenerli occupati e catturare la loro attenzione il più possibile, ma ovviamente la maggior parte dei ragazzi non apprezza i loro sforzi. Essere lì con degli sconosciuti, tante regole da rispettare, programmi ben scanditi da seguire, non è proprio il sogno di ogni adolescente che si rispetti; se poi si aggiunge il fatto che in quei luoghi i cellulari non prendono, e non si possa usare nessun dispositivo che li tenga connessi al resto del mondo, beh allora si capisce la particolarità di quest'avventura estiva.

Il nuovo Young Adult della Dea scava nelle vite di quattordici ragazzi e custodisce anche un piccolo mistero legato al faro e alla sua storia.
Le descrizioni del paesaggio ci trasportano subito nel pieno dell'estate, ma i personaggi attraverso cui viene raccontata la storia sono tanti, anzi direi troppi, e per questo non ci si riesce ad immedesimare davvero in nessuno di loro, o anche solo ad affezionarsi.
I capitoli più interessanti sono quelli in cui ogni ragazzo parla di sè, si presenta al lettore, approfondisce la propria storia, anche se non tutti i personaggi risultano davvero interessanti e degni di nota.
I dialoghi risultano a mio avviso troppo corali, confusi, e scarsamente interessanti, la storia poco consistente.

Un romanzo perfetto se si ha voglia di estate e leggerezza, ma mi fermerei qui.


venerdì 28 aprile 2017

" Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" di Salvatore Basile




" Mica la puoi afferrare come la tristezza, la felicità. E quindi sai che la puoi perdere da un momento all'altro."

" Perchè questo è il potere del tempo: cambiare i volti, trasformare l'amore in abitudine, sfumare i ricordi, distruggere i sogni, scolpire la pietra, inghiottire il mare e far morire le stelle..."

" Credo che quando sarò vecchia non mi lamenterò mai per i capelli che diventano bianchi, per le rughe che troverò sul mio viso e per tutte quelle cazzate. Perchè invecchiare è un privilegio, Michele..."


Michele ha trent'anni e vive da sempre nella casa del padre ferroviere, in una piccola stazione ferroviaria. Lavora lui stesso sui treni, si occupa di pulirli e prepararli a fine giornata per il giorno successivo. Ed è proprio su quei vagoni che Michele ha trovato negli anni tantissimi oggetti, smarriti dai passeggeri e mai reclamati, e ha iniziato a collezionarli.
Nella sua solitudine, questi oggetti sono per lui una compagnia, rappresentano quelle vite che lui non sta vivendo e che probabilmente non vivrà mai, perchè la sua vita si è cristallizzata nel momento in cui ha visto sua madre salire su un treno e non tornare più, quando lui era soltanto un bambino. In quella sua fuga senza senso, la madre si portò via il diario rosso di Michele, su cui lui annotava i suoi pensieri, promettendogli di riportarglielo un giorno.
Michele per tutti quegli anni ha atteso invano quel giorno, chiedendosi continuamente il perchè di quell'abbandono che lui ha vissuto come un rifiuto nei suoi confronti e che non è mai riuscito ad accettare.
Fino a quando ecco ricomparire il quaderno rosso, e insieme a lui una ragazza, Elena, che riesce a vedere i colori di cui è fatta l'anima di ogni persona che incontra, e che cercherà in tutti i modi di colorare l'esistenza di Michele.

Da qui inizia un viaggio sia fisico che mentale per Michele, che per la prima volta lascerà la sua rassicurante stazione ferroviaria per andare alla ricerca di sua madre e cercare di comprendere il perchè di quell'abbandono.
Il viaggio di Michele è una sorta di favola, un susseguirsi di rivelazioni alla scoperta di un mondo che nella sua vita ha finora solo intravisto attraverso i vagoni dei treni.
Ogni suo incontro rappresenta per lui una piccola o grande rivelazione, in alcuni casi piuttosto dura e sconvolgente.

"Lo strano viaggio di un oggetto smarrito" è stato un caso editoriale non soltanto italiano,
Salvatore Basile è uno sceneggiatore e un regista ma è al suo primo romanzo, da cui si potrebbe trarre senza dubbio un ottimo film. 
Se la partenza è un pò in sordina, procedendo con la lettura non si può non appassionarsi alle ricerche di Michele, agli innumerevoli personaggi che incrociano la sua strada, alla storia di Elena, a quella di Laura la madre di Michele, e così via.
Una scrittura delicata che tratta con tatto e sensibilità temi molto dolorosi.

In questo libro tutto ha un senso, tutto ha una spiegazione, compatibilmente con l'irrazionalità dei sentimenti. E' una storia di smarrimento, anzi di tanti smarrimenti, in tante forme diverse, e di cerchi che si chiudono, di una speranza che ritorna sempre, nonostante tutto.

Salvatore Basile è uno sceneggiatore ma è al suo primo romanzo, da cui si potrebbe trarre senza dubbio un ottimo film.

giovedì 23 marzo 2017

" Le ragazze vogliono la luna" di Janet McNally




" Queste ultime parole mi danno la sensazione di precipitare, come se qualcuno mi avesse sfilato la panchina da sotto. Invece quello che penso è che voglio continuare a cadere."


Phoebe ha sedici anni, una madre, Meg, ex pop star di successo, una sorella, Luna, che a New York cerca di seguire le sue orme senza volerlo ammettere, un padre ancora sulla cresta dell'onda che non vedono da tre anni.
Phoebe viene mandata da Meg "in missione" a New York a trovare la sorella maggiore, per tentare di dissuaderla dall'abbandonare il college in nome della musica.
In realtà il compito di Phoebe verrà da subito accantonato a favore di un riavvicinamento tra sorelle, di un calarsi nella realtà newyorkese a cui Phoebe non era più abituata pur essendo nata proprio nella Grande Mela, di una amicizia speciale con uno dei membri del gruppo di Luna, e di qualcosa che riguarda Keiran, loro padre.

Ringrazio la De Agostini per avermi inviato in anteprima questo Young Adult, opera prima di autrice americana, che però, a malincuore, non mi sento di promuovere.
Il problema di questo romanzo è sostanzialmente che......non decolla. E' scritto bene, anche se con una scrittura un pò troppo prolissa per i miei gusti, ma la storia è poco strutturata, povera.
Fin dall'inizio si cerca di mettere a fuoco la trama, il soggetto della storia, ma niente, non sembra possibile, ci si perde sperando di essere sul punto di arrivare al dunque, e invece no, non ci si arriva, o forse ci si arriva ma questo "dunque" risulta un pò troppo inconsistente.

Detto ciò, ho letto moltissime recensioni positive, e pur essendo uno Young Adult ha una scrittura molto matura e particolareggiata. E' un romanzo al femminile in cui si alternano il punto di vista di Phoebe alle regressioni di Meg agli anni in cui era giovane, famosa e calcava i palchi di tutto il mondo insieme a Kieran.
E' una storia famigliare, che cerca di dipanare complicati legami e dinamiche tra sorelle, tra genitori, tra genitori e figli, sullo sfondo di una città unica come New York, descritta in modo da farti proprio venire voglia di viverla (o riviverla per chi ci è già stato).


mercoledì 22 febbraio 2017

" Il rumore delle cose che iniziano" di Evita Greco






" -Ti ricordi quel giorno? Quello in cui mi hai detto che aspettavi qualcuno che ti tagliasse la strada. Io non so se ho tagliato la tua- vorrebbe dirle, - ma so per certo che ho perso la mia.-"

" E' dura anche per me svegliarmi tutte le mattine con te accanto e cercare tracce della meraviglia che era, all'inizio, starti vicino. E' un impegno, ritrovare quella meraviglia..."

" Le cose. Tutte le cose. Anche quelle che sembrano più difficili, anche quelle che passi mesi a prepararle, a pensarci su. Le cose accadono, e passano. E sono più facili. Più facili di quanto pensi."



Ada, abbandonata dalla madre, è stata cresciuta dalla nonna Teresa, a cui è legatissima e da cui però deve lentamente imparare a staccarsi. Purtroppo Teresa, ormai anziana, è molto malata, e le loro giornate si svolgono tra i corridoi dell'ospedale in cui è ricoverata e da cui non potrà più uscire. Proprio in quei corridoi, Ada conosce Matteo, e l'inizio della loro storia accompagna la fine della vita di Teresa; il rumore delle cose che iniziano si intreccia al silenzio delle cose che finiscono.

Questo primo romanzo di Evita Greco stupisce per la raffinatezza della scrittura, descrittiva e delicata, precisa e attenta, emotiva ma composta. La prima parte vede protagonista il forte legame tra Ada (in qualche modo alter ego dell'autrice stessa, con cui ha diverse caratteristiche in comune tra cui la dislessia) e la nonna; la loro storia, le loro piccole abitudini quotidiane, gli oggetti, i ricordi, l'amore puro e sincero che le legherà per sempre.
Nella seconda parte prende piede invece la storia tra Ada e Matteo, l'ambiguità di questa nuova conoscenza, i misteri che accompagnano Matteo e la dura realtà con cui si troveranno a fare i conti.

Il romanzo di Evita Greco parte un pò in sordina, con un ritmo piuttosto lento e colmo di minuziose descrizioni, attraversa l'anima dei suoi personaggi, commuove profondamente e soprattutto nella seconda parte appassiona. E' un bel viaggio, è un ottimo esordio, è un libro che merita il successo che ha avuto.








sabato 11 febbraio 2017

" Tentare di non amarti" di Amabile Giusti




" Si sentiva infelice, di quella infelicità che arriva all'improvviso, senza una ragione."

" Un rapido ricordo, come un flashback accecante, mi riporta indietro nel tempo, a molti anni fa, quando anche io mi rifugiavo tra i libri in cerca di un posto migliore per vivere."

" Ma la libertà è sopravvalutata, se non hai un posto dove andare e qualcuno con cui andarci."



...E dopo una serie di libri più o meno impegnati, avevo proprio bisogno di un New Adult leggibile, e devo dire che questo lo è, coi soliti limiti dei New Adult e simili, ma lo è.
La storia è piuttosto stereotipata, come spesso accade; Penelope, anonima ventenne che vive con l'adorata nonna, lavora di notte in un locale e praticamente non ha amici (ma perchè porella questo proprio non si capisce), incontra Marcus, il bad boy per eccellenza, appena uscito sulla parola dopo quattro anni di reclusione per omicidio. Marcus non se la fila di pezza anche perchè, in prigione, ha la donna della sua vita, Francisca, più cattiva di lui ma bellissima, mentre per Penny è subito colpo di fulmine, anche perchè questo Marcus è talmente bello e prestante che tutte, e dico proprio tutte, ci provano in continuazione.
Fin qui sembra una storia ovvia e da puro romanzetto rosa, ma in qualche oscuro modo non è così.
Marcus e Penny sono due solitudini che si incontrano, si scontrano, si evitano, si odiano, si abbandonano alla passione e si arrendono alle circostanze. Sono già piegati dalle avversità delle rispettive vite nonostante la giovane età, e nonostante l'atteggiamento sprezzante e superficiale di Marcus, Penny capisce subito che di lui non può avere paura, mentre Marcus ne è assolutamente terrorizzato, perchè a poco a poco sente tutte le sue certezze crollare inesorabilmente al cospetto di questa ragazzina poco attraente e troppo ordinaria.

Amabile Giusti, autrice che non conoscevo, riesce a rendere questa storia appassionante, coinvolgente, sfaccettata, grazie anche alla sua bravura nel raccontarla da diversi punti di vista. Affronta temi quali la violenza sulle donne, lo stalking, l'infanzia che purtroppo non è sempre idilliaca per tutti, e certamente l'amore, non quello ideale ma piuttosto un amore carnale, a tratti spietato, imperfetto.

D'altro canto, come anticipato, ci sono un pò troppi stereotipi, e ho trovato alquanto esagerata la connotazione erotica che viene data al personaggio Marcus; ci sono molti passaggi davvero troppo espliciti e secondo me fuori luogo, che tolgono qualità alla storia e alla scrittura stessa...il non detto spesso risulta più affascinante e meno pretenzioso.

In ogni caso, un libro che ti fa venire voglia di continuare la lettura sperando non finisca tanto presto, merita un buon giudizio e tanto di cappello.



venerdì 13 gennaio 2017

" Essere vivi" di Cristina Comencini



" D'altronde le fotografie servono a questo, no? A ricordare le persone morte, i bambini che non siamo più, i giovani che ora sono vecchi."

" Se i cani sapessero scrivere, metterebbero molti punti esclamativi."

" Prolungava ogni cosa che stava per finire, come se solo nell'attimo finale ci fosse una probabilità di sentirsi meglio."

Anche questo romanzo è scritto da una regista che amo molto, e per questo ero curiosa di leggere un suo romanzo.
"Essere vivi" è il più recente, pubblicato nel 2016, ed è un libro prevalentemente introspettivo.
Caterina, ora madre e moglie come tante, ha alle spalle un'infanzia a dir poco scioccante; nata con un difetto congenito, una gamba vistosamente più corta dell'altra, in una famiglia povera ed ignorante, passa le sue giornate ignorata da tutti e in compagnia del cane, nel suo stesso recinto. Non riesce ad esprimersi nè a muoversi come vorrebbe e nessuno l'aiuta o si cura di lei più di tanto, sembra più che altro essere un peso per la sua prima famiglia, di cui sarà l'unica superstite a causa di un incendio, e in seguito a cui verrà adottata da una nuova famiglia.
La sua nuova madre segnerà il grande cambiamento di rotta della sua vita; una donna energica, passionale, positiva, che deciderà di renderla una ragazza normale a tutti i costi, contro ogni parere anche medico, e farà di tutto per farle cancellare il suo passato.
Caterina però ha bisogno di fare i conti con quel passato terribile, e riuscirà a farlo solo quando la madre verrà trovata morta, insieme al compagno, in una stanza di un albergo in Grecia.
Caterina dovrà riconoscere il cadavere della madre insieme a Daniele, figlio del suo compagno e per lei un perfetto sconosciuto, con cui si renderà presto conto di avere molte cose in comune.
Entrambi rivivranno frammenti della loro infanzia che avevano sepolto e dimenticato per anni, Caterina riuscirà finalmente a conoscersi per quella che è e che è stata.

La Comencini riesce ad entrare nella mente dei suoi personaggi in modo eccellente, e descrive con maestria e grande fascino i pittoreschi paesaggi greci.
Il mistero della morte della madre di Caterina e del suo compagno è l'aspetto centrale della storia, intorno a cui si snodano tutti gli altri eventi; l'incontro tra lei e Daniele, i loro visionari ricordi, i racconti delle persone con cui le "vittime" hanno vissuto gli ultimi periodi della loro vita...
Un libro impegnativo senza essere nè troppo lungo nè pesante, una lettura interessante.