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martedì 26 maggio 2020

" Magari domani resto" di Lorenzo Marone - Feltrinelli



" -È 'na fesseria, Sasà, un'illusione, ci fa più comodo ricordare solo le cose belle, perciò il tempo già vissuto ci sembra perfetto.-"

" I genitori dovrebbero insegnare a rincorrere le passioni, non i progetti."

" Alla mia età ancora non ho capito come confrontarmi con una donna tanto diversa da me, eppure uguale. E poi c'è la casa, che è quella dove sono cresciuta, nella quale dovrei sentirmi a casa, per l'appunto, e invece non è così, perchè i luoghi che lasciamo cambiano, proprio come cambiano le persone."

 

Luce Di Notte (un nome emblematico) è una trentacinquenne napoletana abituata a cavarsela da sola. Ha una madre bigotta e anaffettiva, un fratello che vive al nord, un padre che li aveva abbandonati quando erano ancora piccoli. È un avvocato ma lavora nello studio di un personaggio poco raccomandabile, vive sola nei Quartieri Spagnoli in cui è cresciuta, col trovatello cane Aleria (detto anche Cane Superiore) ed è stata da poco lasciata senza preavviso dal fidanzato convivente.
Luce è una donna combattiva, schietta, anticonformista, non si è mai mossa da Napoli, ha un anziano vicino che diventerà suo miglior confidente, e grazie al suo lavoro conoscerà un saggio ragazzino di sette anni che le farà provare per la prima volta il desiderio di diventare madre.

Questo è il secondo romanzo di Lorenzo Marone che leggo, e come il precedente (qui la recensione)l'ho trovato molto ironico, con tanti spunti di riflessione, tante frasi memorabili, ma devo dire meno convincente. Non so se sia perchè la voce narrante è in questo caso femminile, o perchè l'autore ha voluto strafare con  digressioni e dialoghi eccessivamente introspettivi, tanto da risultare piuttosto improbabili, o forse perchè ho avuto la sensazione che la storia non decollasse mai veramente.

D'altro canto Marone scrive molto bene, ti strappa frequentemente un sorriso, descrive Napoli come solo un vero napoletano può fare, porta alla ribalta una protagonista realmente femminista, e ci fa riflettere in modo mai banale su famiglia, amore, scelte di vita.
Soprattutto lancia un messaggio che è anche il titolo del romanzo; "magari domani resto", perchè Marone va controcorrente, rassicurandoci del fatto che non sempre il viaggio, lo spostamento continuo siano l'essenza della vita e unica soluzione ai propri problemi. C'è anche chi resta, chi non fugge e sceglie coraggiosamente di provare a far funzionare le cose proprio lì dov'è nato e dove forse vivrà per sempre.
" Essere abitudinari non è poi così da sfigati. I bambini sono abitudinari. E i cani. Il meglio che c'è in giro."

 

lunedì 4 maggio 2020

" Storia di chi fugge e di chi resta" di Elena Ferrante - Edizioni E/O






" La vita di un altro, disse, prima ti si attacca nella pancia e quando finalmente viene fuori, ti fa prigioniera, ti tiene al guinzaglio, non sei più padrona di te.(....) È come se ti fossi fabbricata il tuo stesso tormento,"

" Non c'era modo con lei di acquietarsi, ogni punto fermo del nostro rapporto prima o poi si rivelava una formula provvisoria, presto le si smuoveva qualcosa nella testa che la squilibrava e mi squilibrava."

" - Vedi? Nelle favole si fa come si vuole e nella realtà si fa come si può."


"Storia di chi fugge e di chi resta" è il terzo capitolo della quadrilogia de "L'amica geniale"; avevamo lasciato Lila in una situazione di disagio scaturita dalla separazione dal marito Stefano, dopo la quale si era ritrovata sola con un figlio da crescere e senza nessuna stabilità economica. Quando Lenù va a trovarla la trova operaia in una ditta di frattaglie e quasi non la riconosce più.
Lenù invece a Pisa ha conosciuto Pietro ed è prossima ad un prestigioso matrimonio, nonchè reduce dal successo della pubblicazione del suo primo romanzo.
Con queste premesse inizia il nuovo capitolo della saga che ha appassionato milioni di lettori di tutto il mondo, capitolo che vede le protagoniste ormai adulte cercare un riscatto dalle loro origini, e attraversare gli ultimi anni Sessanta e poi i Settanta, in un contesto storico e sociale fitto di grandi cambiamenti, rivolte, terrorismo, movimenti femministi.
Se Lenù pare proprio aver trovato la sua strada, ben lontana dal "rione", Lila sembra non riuscire mai a separarsene davvero, nonostante tutto.

Come recensire un romanzo di Elena Ferrante? Si tratta di un'impresa impossibile, i suoi romanzi è vero non sono per tutti ma bisogna solo leggerli, immergersi nelle storie, nelle parole, e lasciarsi trasportare.
Ogni volta che inizio un suo romanzo, mi chiedo come abbia fatto a leggere piuttosto velocemente il romanzo precedente, visto che le pagine non sono poche e sono fitte di parole, di ragionamenti, di analisi introspettive, di particolari. Ecco, questa considerazione la dimentico regolarmente dopo poche pagine, perchè è vero che sono romanzi da leggere con la dovuta attenzione, ma è vero anche che ti ipnotizzano, ti rapiscono dalla realtà e ti trascinano pagina dopo pagina verso la fine, al punto che quando arriva l'ultima pagina controlli davvero se non ce ne siano altre.
Avevo lasciato la saga a metà, dopo aver letto "Storia del nuovo cognome", ma dopo aver visto l'omonima serie televisiva, perfettamente riuscita grazie anche alla collaborazione della stessa autrice, ho sentito il bisogno di leggere i capitoli successivi, e l'aver visto la trasposizione televisiva è stato (in questo caso più unico che raro!) un valore aggiunto.
In questo capitolo finalmente Lenù ottiene un ruolo da vera protagonista mentre Lila resta un pò più sullo sfondo. Si ritrovano vecchi personaggi della loro infanzia e se ne aggiungono di nuovi, ma il passato ritorna sempre, è sempre in agguato per entrambe, si incastra tra le pieghe del loro presente e anche in quelle del loro futuro.
La loro amicizia attraversa periodi di totale distacco ad altri di riavvicinamento improvviso, ma è sempre sul filo del rasoio, sempre ricca di cose non dette, di pensieri inconfessati, di rese dei conti mai affrontate apertamente.
Forse è proprio questo che chi legge sta davvero aspettando, la resa dei conti, che forse arriverà nell'ultimo romanzo che chiude, ahimè, la quadrilogia.
Intanto, una frase del libro spiega con semplicità il fulcro de "L'amica geniale", ed è questa: "Una comunità che trova naturale soffocare con la cura dei figli e della casa tante energie intellettuali di donne, è nemica di se stessa e non se ne accorge."
Chapeau, signora Ferrante.