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domenica 28 luglio 2019

" Ogni piccola cosa interrotta" di Silvia Celani - Garzanti


" Ogni piccola cosa interrotta della nostra vita rimane come una sassolino nella scarpa che, a ogni passo, ci procura dolore. Possiamo decidere di smettere di camminare del tutto, oppure possiamo sfilarci la scarpa e liberarci del sassolino. Non gettandolo via, ma conservandolo nel palmo della mano, dove non ci farà più così male."

" Le case parlano. Le case sussurrano, bisbigliano, mormorano. Le case confabulano, rivelano, confessano, confidano. E quando lo fanno, le case non mentono. Quando lo fanno, le case sono trasparenti come biglie di vetro; svelano tutto delle vite che le te l'hanno attraversate, possedute, riempite, vissute."

" - L' amore che riceviamo durante l'infanzia rimane in fondo alle nostre tasche, così, ogni volta che ne sentiamo la necessità, possiamo accertarci che sia sempre lì, affondandovi una mano.-"
 

Vittoria vive una vita esternamente perfetta; nel quartiere più in di Roma, in una casa principesca, ha a sua disposizione tanti soldi, ha molti amici, molti divertimenti, frequenta con successo l'università ed è una bella ragazza.
Ultimamente però le manca spesso il fiato, come fosse in apnea, e alcune mancanze iniziano a sembrarle insopportabili; l'indifferenza totale di sua madre nei suoi confronti, e il fatto di non ricordare quasi nulla della sua infanzia e soprattutto del suo amato padre.
Ritrovando nell'armadio della madre un sacchettino contenente i frammenti di un vecchio carrillon rosa, decide di tentare di capire il perchè di questi suoi incolmabili vuoti, imbarcandosi in quella che si rivelerà una lunga, delicata e sofferta ricerca nel suo passato e dentro di sè.

Romanzo di esordio di Silvia Celani, "Ogni piccola cosa interrotta", novità editoriale Garzanti, è un elogio alle nostre imperfezioni, agli inevitabili strappi della vita, a tutte quelle cose rotte ma poi ricomposte, che diventano se possibile ancora più belle proprio grazie a quelle crepe, come suggerisce un'antica arte giapponese, il kintsugi.

La storia di Vittoria è una storia di rinascita, che parte da una forte mancanza di amore ricevuto e di amore per se stessa, soprattutto a causa del disastroso rapporto che ha con l'anaffettiva madre fin dai suoi primi anni di vita.
Proprio questa mancanza di amore conduce Vittoria ad indagare dentro se stessa e a riprendere in mano i pochi e confusi ricordi della sua infanzia, intraprendendo un viaggio doloroso quanto indispensabile e appassionante, imparando a dire dei no e a riscoprire l'amore in tutte le sue forme.

"Ogni piccola cosa interrotta" è una storia di contenuti importanti raccontata con parole semplici ed essenziali, un'opera prima di grande effetto che ci regala un'altra scrittrice dall'alto potenziale.


giovedì 18 luglio 2019

"Se ami qualcuno dillo" di Marco Bonini - Longanesi






" Qualcosa che non ti fa fare soldi, ma di cui rimani orgoglioso per tutta la vita, tipo il primo bacio, la prima bicicletta, il primo viaggio senza genitori, cose così."

" Sicuramente noi maschi nasciamo selvatici e il lavoro che spetta ai genitori è coltivare quel fiore selvatico affinchè non cacci più spine."

"Papà è sugli spalti e fa solo il papà, fa il tifo per te. Per come tu deciderai di giocare la tua partita. Per quello che vorrai essere. Per quello che sei."



Sergio ha poco più di cinquant'anni quando viene colpito da un grave infarto. Marco, il suo primogenito, accorre in ospedale con la sensazione che il mondo gli stia crollando addosso, ma non sa ancora che quel crollo si trasformerà presto in una rinascita, non solo per Sergio ma anche per lui e la loro famiglia.
Sì perchè suo padre sopravvive all'infarto e si risveglia completamente resettato; torna bambino, deve imparare di nuovo tutto, ma la cosa sorprendente è che sembra improvvisamente aver imparato ad amare e soprattutto a dimostrarlo.
Un uomo fino a quel momento arido, anaffettivo, maschilista, farfallone, diventa divertente, innocente, amorevole, e fa capire a Marco che forse lui può ancora salvarsi, evitare l'infarto (di cui era morto anche il giovane nonno suo omonimo) e spezzare quella catena di misogino maschilismo che lega gli uomini della sua famiglia.

"Se ami qualcuno dillo", novità editoriale targata Longanesi, è un romanzo al maschile ma non maschilista, è anzi una rivalsa nei confronti di quel modo di essere uomini che dovrebbe ormai appartenere solo al passato. Marco vuole salvarsi da quei comportamenti che hanno portato il padre a fallire su più fronti e nello stesso tempo vuole salvare il figlio da quel retaggio culturale che ha segnato la sua giovinezza.

Marco Bonini è un attore come lo è il protagonista del suo primo romanzo; un esordio scoppiettante, una voce narrante precisa, introspettiva ma anche comica, soprattutto negli esilaranti dialoghi romaneschi. Un romanzo famigliare pieno di spunti di riflessione ma anche estremamente godibile e che ogni uomo dovrebbe leggere, perchè l'introspezione non è solo femminile e perchè non solo le donne devono "salvarsi" dall'ingombrante figura materna.

Potete trovarlo qui:

lunedì 8 luglio 2019

" Accabadora" di Michela Murgia - Einaudi




 " - Non dire mai: di quest'acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata.-"

" Durante quel viaggio Maria si ingegnò per non dormire mai, nemmeno un'ora. Il tempo le servì tutto per farsi accabadora dei suoi ricordi, e trattare gli avvenimenti che l'avevano portata a quella decisione come persone da far salire o meno sul traghetto per il continente."



Tra le letture che mi mancavano e che rimandavo sempre dando la priorità alle novità editoriali, non poteva mancare questo primo romanzo di Michela Murgia, scrittrice che ho conosciuto grazie alle sue recensioni televisive, che apprezzavo moltissimo, e di cui non avevo mai letto nulla.

"Accabadora" è il suo secondo romanzo, uscito nel 2009, e ha vinto diversi premi tra cui il Campiello.
Ambientato nella Sardegna (sua terra di origine) degli anni Cinquanta, parla del rapporto tra la vecchia Bonaria e la figlia adottiva Maria, bambina nata in una famiglia molto povera e che, misteriosamente, Bonaria decide di chiedere come "fill'e anima" alla madre, assicurando così a Maria una vita più semplice, un'istruzione e una maggiore disponibilità economica.
La vecchia Bonaria però ha una doppia vita; spesso di notte viene chiamata da altre famiglie del paese, sparisce per qualche ora e rientra a casa senza mai spiegare nulla alla bambina.
Maria scoprirà soltanto molto tempo dopo che la madre adottiva è l'accabadora; una donna che, su richiesta delle famiglie e soltanto in casi veramente molto gravi, praticava l'eutanasia nella tradizione sarda dei secoli scorsi.

Il tema dell'eutanasia, sempre molto controverso in Italia, è stata la carta vincente di questo romanzo, scritto in maniera eccelsa, con uno stile pulito, descrittivo senza risultare pesante, preciso senza diventare prolisso.
Un romanzo che parla di legami, di tradizioni, di una terra complicata e bellissima, di personaggi dipinti con grande cura, dell'ineluttabilità della morte.
"Accabadora" consacra Michela Murgia ed entra secondo me a pieno titolo tra i classici italiani.