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domenica 19 aprile 2020

" L'estate più bella della nostra vita" di Francesca Barra - Garzanti


" Lei viveva in continua attesa di un riscatto sociale. E dunque tutto ciò che aveva a che fare con la memoria le puzzava di vecchio e di superato."

" A casa, a sognare l'estate più bella della nostra vita. Che però non arrivava mai."

" Solo che c'è un momento in cui ti confronti con le tue fantasie, e se rinunci diventi più forte."
 

Ida, Rossella e Beatrice sono tre sorelle nate e cresciute in un piccolo paese della Basilicata, un luogo da cui Ida e Rossella non vogliono e non riescono a separarsi, contrariamente a Beatrice che ha sempre mantenuto le distanze dalla sua famiglia, dai suoi compaesani, dalle sue origini, convinta di meritare di più.
La loro infanzia e adolescenza viene narrata a voci alternate da tutte e tre, permettendoci di cogliere i loro punti di vista e le loro emozioni più nascoste. Nella seconda parte invece il testimone passa ai ragazzi; i figli di Ida e quelli di Beatrice, il loro ritrovarsi, conoscersi e imparare ad amarsi sullo sfondo di quei luoghi che hanno visto crescere le loro madri.

"L'estate più bella della nostra vita" è un romanzo che parla di legami famigliari spesso complicati, di amori nati da ragazzi, di vite che cambiano irrimediabilmente e troppo presto, di luoghi che ti entrano dentro per restarci per sempre.

Personalmente, ho trovato la prima parte molto promettente ed interessante; i punti di vista delle tre sorelle, le loro personalissime sensazioni, i loro sogni, fanno sperare in una sviluppo della storia migliore di quanto poi si riveli nella seconda parte in cui i protagonisti diventano degli adolescenti dei giorni nostri e la narrazione diventa piuttosto banale e piatta, perde l'intensità con cui era partita.
Quello che resta invariato dall'inizio alla fine è invece l'amore dell'autrice per i luoghi in cui lei stessa è nata, che traspare da ogni descrizione e trasporta il lettore in quei paesini arroccati, su quelle spiagge incontaminate, ne fa sentire gli odori, percepire le atmosfere.
"L' estate più bella della nostra vita" è un romanzo intriso di positività, di speranza, di buone intenzioni, una lettura piacevole soprattutto in questo periodo in cui avremmo tutti bisogno di una vera e calda estate.

martedì 7 aprile 2020

"Da dove la vita è perfetta" di Silvia Avallone - Rizzoli




" Che ne sapeva lui, di cos'era un'amicizia femminile? C'era sempre una quota d'amore viscerale, tra due donne, altrimenti si trattava solo di conoscenti."

" Era un narratore, non un protagonista. Non poteva vivere una vita sua, solo quelle degli altri."

" Cercava lo scontro, lo voleva. Perchè se niente aveva senso, allora tanto valeva distruggere tutto."

" Pensò che era una delusione, dopo. Dopo aver sognato, voluto, desiderato. La realtà era sempre diversa."

" Perchè i luoghi sono persone, di più: è dove rimangono per sempre le persone."
 
Adele ha solo diciassette anni quando la vita la pone davanti ad una scelta troppo difficile per la sua età. Manuel vuole uscire da quella realtà decadente in cui è nato e cresciuto, ma lo fa nel modo sbagliato. Dora ha un matrimonio quasi felice, ma non può vivere senza diventare madre e con Fabio, suo marito, tenta qualsiasi strada, in un percorso che li deteriora come coppia e come individui. Zeno è solo un ragazzo, ma non vive per assistere la madre gravemente depressa, e spia Adele dalla finestra di casa.
Intorno a loro ruotano numerosi altri personaggi, la realtà dei "Lombriconi", un quartiere degradato di una periferia qualsiasi, storie di genitori imperfetti, di figli disperati, di fratelli, sorelle, mariti, madri.
Storie di scelte, decisioni, fughe, rabbia e voglia di riscatto, disperazione e autodistruzione, di chi tocca il fondo per poi risalire, o almeno tentare, ma anche di chi lo tocca per sprofondare ancora più giù.

Silvia Avallone è l'autrice di "Acciaio", un romanzo a me molto caro, uno di quei romanzi che ti restano dentro, mentre "Da dove la vita è perfetta" è uscito nel 2017.
La sua scrittura è sempre molto efficace, il suo parlare di periferie, di "ultimi", non solo "ultimi" in ordine di ceto sociale, il dar voce anche agli aspetti più bui e distruttivi presenti in ognuno di noi, sono la sua cifra stilistica.

Non si può dire che questo non sia un bel romanzo, ma è un romanzo forse fin troppo corale ed ambizioso; i personaggi sono tanti, le storie si alternano continuamente, sarebbe un libro da leggere quasi tutto d'un fiato per evitare di perdere continuamente il filo.
Non so se sia stata solo una mia impressione ma, andando avanti di pagina in pagina, si ha come la sensazione di essere sempre in attesa di un "climax" che sembra non arrivare mai.
Insomma una buona lettura, una brava scrittrice, ma non una piena promozione.