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lunedì 28 novembre 2016

" Piccola dea" di Rufi Thorpe




" Ed è vero: tutti ignorano una donna in travaglio.
   Era così che nascevano i bambini.
   Era così che le donne venivano appese, come carne, a ganci al muro."

" Ed eccola qui, la dea che avevo tanto glorificato, eccola qui, seduta al tavolo della mia cucina.
   Ed era una tossica.
   Volevo nasconderla al suo sguardo come fosse la parte marcia di me stessa."

" Devi fidarti delle donne.Uccidiamo raramente, tranne se proprio non vi siamo costrette. Siamo molto ragionevoli."


Un romanzo sorprendente; da copertina e trama pensavo a tutt'altro genere, a qualcosa di leggero, un pò ironico, una storia di amiche d'infanzia...quelle robe lì...da leggere per ritrovarcisi un pò.
In realtà mi sono trovata a leggere qualcosa di molto diverso, di poco classificabile...
La storia inizia con Mia e Lorrie Ann adolescenti inquiete e amiche del cuore, la voce narrante è quella di Mia che da subito svela l'ammirazione appassionata che nutre nei confronti dell'amica, che ai suoi occhi è bellissima, buonissima, onesta, sincera, priva di alcun tipo di malizia, e per di più ha una famiglia perfetta.
Contrariamente a lei Mia ha alle spalle una madre pessima, un patrigno ininfluente e un padre inesistente, oltre a due fratelli minori che pesano interamente sulle sue spalle. Mia si sente perfida, sporca, egoista, la completa antitesi dell'amica, che però ad un certo punto, inaspettatamente, si ritrova a subire il suo stesso destino; entrambe restano incinte giovanissime, ma le loro differenti decisioni segneranno in modo del tutto opposto i rispettivi destini.
Da qui le loro strade inizeranno a dividersi e le loro vite, soprattutto quella di Lorrie Ann, prenderanno una piega inaspettata e a tratti surreale, come lo saranno i loro dialoghi, i racconti dei suoi viaggi in India, del loro ritrovarsi ad Istanbul...
I racconti di Lorrie Ann sono davvero surreali, le riflessioni con Mia, una volta adulte, sfiorano la filosofia, esplorano concetti e mondi profondi, impalpabili, non incasellabili. Pian piano Mia si renderà conto di non aver mai conosciuto davvero Lorrie Ann, di averla idealizzata per anni, ma nonostante veda crollare lentamente, davanti ai suoi occhi, l'immagine perfetta che aveva dell'amica, arrivando persino a provare orrore nei sui confronti, non riuscirà mai a staccarsene completamente.
"Piccola dea" è un romanzo molto ben scritto, che riesce ad affrontare temi come l'aborto, la tossicodipendenza, la disabilità, l'eutanasia, la maternità con tutte le sue sfumature, il primo innamoramento di una ragazza che è spesso quello che la lega alla sua migliore amica, con estrema sincerità, con grande realismo, senza mai risultare pesante e soprattutto senza mai cadere nella banalità.
Condito da riferimenti mitologici (la dea Inanna e la sua storia sono un parallelismo alla storia) e di attualità, penso di poterlo definire anche un'opera colta, modernamente filosofica.
Una lettura al femminile senza essere femminista, una lettura onesta e appassionata.
Un buon libro che ti trascina nel suo vortice fino all'ultima pagina e ci incanta ponendoci una semplice domanda; "Ci meritiamo forse la primavera?".



venerdì 18 novembre 2016

" Fan della vita impossibile" di Kate Scelsa




Dal titolo e dalla copertina di questo libro si pensa subito ad un romanzo leggero, da teenager, poco impegnativo, ma dalle recensioni in cui mi sono imbattuta prima di decidermi a leggerlo ho capito che si trattava di qualcosa di più.
In effetti il libro è uno Young Adult, la storia si basa sulla vita di tre adolescenti, ma di leggero e superficiale ha molto poco.

Tre adolescenti, tre vite che si incontrano, si intrecciano, si danneggiano.
Mira vive all'ombra di una sorella perfetta ed è reduce da un periodo di profonda depressione e tendenze suicide.
Sebby è orfano e vive con una famiglia affidataria molto diversa da lui, due mondi che non si incontrano, e ha conosciuto Mira in una clinica psichiatrica. Da lì la loro amicizia si è fortificata fino a renderli quasi inseparabili, fino a quando nelle loro vite entrerà Jeremy, la cui famiglia è composta da due padri ed è stato vittima di bullismo, cosa che lo ha reso molto solitario ed insicuro.

Le recensioni che ho letto erano tutte molto positive, ma da parte mia non me la sento di promuovere questo libro, fondamentalmente perchè non ha saputo coinvolgermi e colpirmi come vorrei che un libro facesse.
La storia è molto forte, affronta tematiche serie e complicate quali l'omosessualità, il bullismo, la depressione, il difficile rapporto con la famiglia e con i compagni di scuola, ed è narrata a tre voci alternativamente, cosa che la rende a mio avviso un pò troppo confusa e tende a non approfondire il punto di vista di nessuno dei tre ragazzi.
La prima e la seconda parte mi sono sembrate prolisse, dilatate e noiose, la terza parte è la migliore ma il finale lascia con l'amaro in bocca.
Non posso però non citare alcune frasi che spiccano per la loro profondità e poesia, eccole qui...


" Con la porta chiusa al mondo esterno, Mira poteva smettere di fingere di sapersela cavare, di essere in grado di sopravvivere. Lei e la vita non sempre sembravano piacersi molto. Era bello poterlo ammettere."

" ...svitai il tappoe spremetti una perfetta striscia di colore sulla tavolozza. Volevo lasciarla lì così, meravigliosa nella sua possibilità. Non appena l'avessi trasferita sulla tela con una pennellata, sarei stato resppnsabile del risultato, delle inevitabili imperfezioni."

" - Immagino che staremo seduti qui ad aspettare che questa notte finisca. Ogni notte deve finire prima o poi.-"

" L'amore ricorda i luoghi dove si è posato."