Si legge facilmente e porta con sè temi più pesanti che non dovrebbero riguardare un'età di progetti, sogni, attese, come quella dei sedici anni.
Ci riporta tutti un pò indietro nel tempo e ci fa ricordare cosa significa viverla, quell'età.
Alessandro D'Avenia è un professore quindi sa bene di cosa parla e c'è anche lui tra i personaggi di questa storia; si percepisce la passione che ha per il suo lavoro e per i ragazzi, anche se trovo che alcuni dialoghi, soprattutto quelli coi genitori di Leo, siano piuttosto stucchevoli e improbabili (dal nulla, nella quotidianità, aprono bocca per snocciolare perle di saggezza e figure retoriche degne di un monaco buddista).
È un romanzo godibile che consiglierei ai ragazzi tanto quanto ai genitori.
"Non è facile essere deboli."
"Allora forse non è necessario il voto per costringerti a studiare "
"Fa le domande sui dettagli. Solo chi fa domande sui dettagli ha provato a sentire cosa sente il tuo cuore. I dettagli: un modo di amare davvero."
"A volte basta la parola di qualcuno che crede in te per rimetterti al mondo."
"Quando entro in cada cantando con la faccia stravolta di pianto mia madre lancia un'occhiata stranita a mio padre, che scuote la testa e sospira. Ma perché i genitori pensano che stiamo bene solo quando sembriamo normali?"