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giovedì 23 maggio 2019

" L' Arminuta" di Donatella Di Pietrantonio - Einaudi




"Ero l' Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo più a chi appartenere. Invidiavo le compagne di scuola del paese e persino Adriana, per la certezza delle loro madri."

"Restavo orfana di due madri viventi."

"Non hai colpa se dici la verità. È la verità che è sbagliata."



Avere tredici anni e ritrovarsi all'improvviso senza più nessuna certezza, rifiutata dalla famiglia che ti ha cresciuta e costretta a tornare nella casa in cui sei nata ma in cui non hai mai vissuto.
Passare dall'essere figlia unica al dover dividere i piccoli ed angusti spazi con Adriana, la sorella più giovane, e tre fratelli adolescenti e ostili.
Essere abituata agli agi di una famiglia borghese, e piombare nella povertà di una famiglia povera e non istruita, nell'Abruzzo degli anni Settanta.
Questo è ciò che accade all' "arminuta", la ritornata in dialetto abruzzese, come la chiamano tutti da quella maledetta mattina d'estate in cui la sua vita cambia per sempre e senza una spiegazione.

Terzo romanzo di Donatella Di Pietrantonio, caso editoriale e vincitore del Premio Campiello 2017, "L'Arminuta" è un romanzo potente, complesso, ricco di spunti di riflessione, capace di emozionare, commuovere, rapire.
Una scrittura pulita, essenziale, equilibrata, tagliente, che mi ha riportata spesso allo stile (e anche alle ambientazioni e ai personaggi) di Elena Ferrante.
Una storia indimenticabile, una protagonista di grande dignità, una galleria di personaggi dipinti così bene da sembrare proprio lì, davanti a noi.
La maternità, la famiglia, i bambini in affido, l'Abruzzo con la sua pittoresca durezza, la nostaglia di ciò che è stato e non sarà più, il mistero della "prima madre"...
"L' Arminuta" è un romanzo che va letto più che raccontato, va vissuto e sentito, toccato con mano e affrontato, è una perla rara da non farsi sfuggire.

giovedì 9 maggio 2019

" La strada del ritorno è sempre più corta" di Valentina Farinaccio - Mondadori








" Non avrei trovato i colori giusti e il colore, quando sei bambino, prescinde dalla realtà: fotografa l'anima con un'esattezza disarmante."

" La paura di entrare con tutto il corpo nella sofferenza, che è l'unico modo che c'è per attraversarlo, il dolore, e uscirne salvi e interi, dall'altra parte."

" E fu il periodo migliore, per noi due: il momento in cui colui che ami scende finalmente dall'alto dei cieli per incarnarsi in uomo normale e darti la tua dose di banalissima e pure noiosissima felicità."

" Quando metti al mondo un figlio pensi soltanto a una cosa, che farai in modo che le pene e le paure e le debolezze non lo tocchino mai. E poi scopri che anche i bambini hanno da portare in spalla la loro parte di sofferenza. Che a ciascuno spetta la sua dose di dolore."


Vera è una bambina di cinque anni quando, in un'estate dei primi anni Novanta, resta orfana di suo padre Giordano, portato via da uno spietato tumore al cervello.
Vera ha ricordi confusi e spezzettati di quei giorni, e ormai adulta vorrebbe rimettere insieme i pezzi di un puzzle accantonato troppo a lungo, ma per farlo le occorrono i racconti di Lia, la sua stravagante madre.
Le voci di tre donne si alternano nel raccontare la malattia e gli ultimi giorni di Giordano, giovane bibliotecario amato da Lia sua moglie, Vera sua figlia, e Santa sua madre.

Valentina Farinaccio, al suo primo romanzo (uscito per Mondadori nel 2016), affronta tematiche serie come la malattia, la morte, la perdita di una persona cara in giovane età, in un modo mai stucchevole, mai pesante, mai angosciante.
La sua scrittura vola leggera come le note musicali delle ricercate canzoni che cita (Farinaccio è una giornalista musicale), dà voce ad una bimba di cinque anni, ad una giovane donna innamorata rimasta vedova troppo presto, ad una madre un pò arcigna che perde un figlio; e lo fa sempre con un velo di ironia, ma con una finezza rara nel descrivere stati d'animo e punti di vista tanto diversi quanto vicini, perchè legati da un comune denominatore che è l'amore. Un amore mai perfetto, ma non per questo meno importante, un amore che dovrebbe avvicinare e invece spesso allontana, a volte inesorabilmente e per sempre.
I ricordi, i luoghi (Campobasso il loro paese d'origine), gli odori, il vecchio negozietto di libri ora diventato qualcos'altro, il citofono dei nonni, tutto appare così tangibile ed evoca nel lettore personali nostalgie dell'infanzia.
Valentina Farinaccio ha scritto un ottimo romanzo, una storia al femminile che non si dimentica facilmente e si legge con passione, un pizzico di nostalgia ed un sorriso sulla bocca.