Un paio di frasi che raccontano il libro. Una breve descrizione, qualche elemento che possa aiutare a cogliere l'essenza del libro ed aiutarvi a decidere se in questo momento è il libro giusto per voi.
martedì 7 aprile 2020
"Da dove la vita è perfetta" di Silvia Avallone - Rizzoli
" Che ne sapeva lui, di cos'era un'amicizia femminile? C'era sempre una quota d'amore viscerale, tra due donne, altrimenti si trattava solo di conoscenti."
" Era un narratore, non un protagonista. Non poteva vivere una vita sua, solo quelle degli altri."
" Cercava lo scontro, lo voleva. Perchè se niente aveva senso, allora tanto valeva distruggere tutto."
" Pensò che era una delusione, dopo. Dopo aver sognato, voluto, desiderato. La realtà era sempre diversa."
" Perchè i luoghi sono persone, di più: è dove rimangono per sempre le persone."
Adele ha solo diciassette anni quando la vita la pone davanti ad una scelta troppo difficile per la sua età. Manuel vuole uscire da quella realtà decadente in cui è nato e cresciuto, ma lo fa nel modo sbagliato. Dora ha un matrimonio quasi felice, ma non può vivere senza diventare madre e con Fabio, suo marito, tenta qualsiasi strada, in un percorso che li deteriora come coppia e come individui. Zeno è solo un ragazzo, ma non vive per assistere la madre gravemente depressa, e spia Adele dalla finestra di casa.
Intorno a loro ruotano numerosi altri personaggi, la realtà dei "Lombriconi", un quartiere degradato di una periferia qualsiasi, storie di genitori imperfetti, di figli disperati, di fratelli, sorelle, mariti, madri.
Storie di scelte, decisioni, fughe, rabbia e voglia di riscatto, disperazione e autodistruzione, di chi tocca il fondo per poi risalire, o almeno tentare, ma anche di chi lo tocca per sprofondare ancora più giù.
Silvia Avallone è l'autrice di "Acciaio", un romanzo a me molto caro, uno di quei romanzi che ti restano dentro, mentre "Da dove la vita è perfetta" è uscito nel 2017.
La sua scrittura è sempre molto efficace, il suo parlare di periferie, di "ultimi", non solo "ultimi" in ordine di ceto sociale, il dar voce anche agli aspetti più bui e distruttivi presenti in ognuno di noi, sono la sua cifra stilistica.
Non si può dire che questo non sia un bel romanzo, ma è un romanzo forse fin troppo corale ed ambizioso; i personaggi sono tanti, le storie si alternano continuamente, sarebbe un libro da leggere quasi tutto d'un fiato per evitare di perdere continuamente il filo.
Non so se sia stata solo una mia impressione ma, andando avanti di pagina in pagina, si ha come la sensazione di essere sempre in attesa di un "climax" che sembra non arrivare mai.
Insomma una buona lettura, una brava scrittrice, ma non una piena promozione.
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