Il femminicidio forse più celebre, quello che più ci ha colpiti tutti, negli ultimi anni, è stato quello di Giulia Cecchettin. Un pò perché abbiamo tutti imparato a conoscerla e la sua genuinità è sensibilità d'animo emergono da ogni foto, ogni messaggio vocale, ogni racconto di cui è protagonista. Un pò anche per la sua straordinaria famiglia, che in questo libricino, in questa lettera di un padre alla figlia strappatagli via all'improvviso, mostra solo delicatezza, compostezza e tanta dignità.
Pensate sia un libro triste? No, non lo è. È un libro da sottolineare e tenere stretto, come viene voglia di tenere stretto e abbracciare questo padre a cui la vita ha tolto tanto, troppo, ma che nonostante tutto non odia, non distrugge, non nomina mai il colpevole di tutta questa sofferenza.
"Troppo spesso non diamo a tutte le parole che i nostri figli ci dicono il valore inestimabile che invece hanno, e che non dovremmo vivere con distrazione perché dobbiamo preparare da mangiare, apparecchiare la tavola, lavare i piatti, sistemare la cucina.. Non sono queste le cose importanti. "
"Ho sempre sentito di appartenere a un mondo lontano da certe situazioni aberranti.
Io ero normale, e nel mondo normale certe cose non accadono.
Non è così.
Nessuno di noi è immune, perché l'idea della prevaricazione riguarda tutti indistintamente, riguarda il mondo nel quale viviamo."
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