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martedì 17 dicembre 2019

"Corpi di ballo" di Francesca Marzia Esposito - Mondadori





" È anche vero che tutto quello che dici di notte è un pò come se non lo avessi detto a nessuno."

" Le case del passato sono insistenti, magari ora sono abitate da altri, eppure in una parte del tuo cervello continui a viverci con gli stessi problemi, gli stessi desideri, le stesse preoccupazioni. Ti legano alle pareti, certe case, non ti permettono di andartene mai." 

" Lì per lì fui tentata di dirgli che mi sentivo sempre uno schifo, che il mio corpo innanzitutto mi faceva sentire uno schifo. Che facevo fatica, un'immane fatica a tirare avanti. Che mi sarebbe piaciuto diventare una cosa, un oggetto senza emozione e intenzioni, un vegetale privo di coscienza, raggiungere una forma di inerzia esistenziale tale da non dovere fare continuamente quello a cui mi costringevo giorno dopo giorno..."

Miriam e Anita sono due ballerine dello stesso corpo di ballo, e dividono lo stesso appartamento. Sono amiche e danzano nella compagnia diretta dalla Holmes, un' ex ballerina intransigente soprattutto nei confronti della forma fisica delle sue allieve, che devono essere lievi, inconsistenti, magre anzi magrissime.
Miriam e Anita lo sono; la loro vita è scandita da prove massacranti, pasti saltati e sostituiti da arance con la buccia o sedano a fettine, e ore chiuse nel bagno cercando di smaltire anche quel poco che ogni tanto ingurgitano.
La loro routine scorre relativamente tranquilla fino ad un pomeriggio in un supermercato che stravolgerà completamente il corso delle loro vite.

"Corpi di ballo" è il secondo romanzo di Francesca Marzia Esposito, ex ballerina che si intuisce conoscere molto bene ciò di cui scrive.
Anita è la voce narrante di questo libro che definirei "disturbante"; ben scritto, in uno stile piuttosto descrittivo senza risultare pesante, non è certo il romanzo adatto per chi cerca una storia avvincente e ritmata, ma entra nella mente di una protagonista piena di problemi in maniera sublime. Ciò che disturba è il modo in cui queste ragazze non stanno assolutamente vivendo la loro giovinezza, non cerchino in nessun modo di uscire dai meccanismi malati in cui sono entrate, a causa di una passione che è più simile ad un'ossessione e ad una scusa per non vivere.
Se il loro rapporto tende a confondere le loro identità, a fondere le loro figure non soltanto a livello fisico (la loro magrezza, il loro abbigliamento, le loro abitudini le rendono sempre più simili, al punto che Anita non riconosce se stessa nemmeno nei quadri di Ettore, fidanzato di Miriam), Anita nutre nei confronti di Miriam un sentimento di invidia che porta tra le due una sottile tensione apparentemente a senso unico.
Anita ammira Miriam, la sua energia, la sua personalità, la sua innata predisposizione alla danza, che la fanno sentire costantemente in una posizione subordinata; lei è la numero due, lei arranca, fatica a danzare come Miriam, vorrebbe essere in grado di farlo con la sua stessa naturalezza.
L'aggettivo "disturbante" si riferisce in particolare all'apparente cinismo di Anita, alla sua mancanza di stimoli, al suo covare sentimenti negativi trascinandosi in una apatica sopravvivenza quotidiana.

"Corpi di ballo" è la prova lampante di quanto una passione possa diventare qualcosa di malsano, distruttivo, e di quanto possa essere difficile uscire da certi sottili meccanismi mentali senza farsi seriamente del male.



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