lunedì 3 agosto 2020

" Storia della bambina perduta" di Elena Ferrante - Edizioni E/O




" Ora che sono vicina al punto più doloroso della nostra storia, voglio cercare sulla pagina un equilibrio tra me e lei che nella vita non sono riuscita a trovare nemmeno tra me e me."

"Fa finta di essere una persona gentile e affettuosa, ma poi ti urta leggermente, ti sposta appena, e ti guasta."

"I buoni sentimenti sono fragili, con me l'amore non resiste. Non resiste l'amore per un uomo, non resiste nemmeno l'amore per i figli, presto si buca."

" Per scrivere bisogna desiderare che qualcosa ti sopravviva. Io invece non ho nemmeno la voglia di vivere."

" Ah, come sapeva usare le parole, quando voleva. Sembrava custodire un suo senso segreto che toglieva senso a tutto."


Nell'ultimo capitolo de "L'amica geniale" Lila e Lenù sono ormai donne mature, con alle spalle matrimoni, fallimenti e rinascite.
Mentre Lenù ha lasciato il "Rione" per tentare di rifarsi una vita e crearsi una carriera, Lila è rimasta ed è riuscita in qualche modo ad affermarsi e crearsi una reputazione tra la gente del quartiere.
La loro amicizia continua a subire lunghi allontanamenti e repentini riavvicinamenti in un continuo tira e molla che scandisce gli anni delle loro rispettive vite.
Tra eventi inaspettati, eventi storici e disgrazie, si passa attraverso gli anni ottanta per arrivare ai giorni nostri e tirare le somme di due vite tanto diverse quanto strettamente legate tra loro, e di un'amicizia che non si sa mai dove le porterà.

Elena Ferrante si conferma, con questo ultimo atto della celebre quadrilogia, una grandissima scrittrice.
Lila e Lenù sono due protagoniste impossibili da dimenticare, come anche tutti gli altri personaggi magistralmente descritti e le storie spesso spietate, il rione, Napoli, niente di questi romanzi è possibile dimenticare.
La scrittura di Elena Ferrante è ipnotica, le numerose pagine scorrono facilmente nonostante siano dense ed impegnative, il femminismo delle sue protagoniste è ammaliante.

"L'amica geniale" è un'opera letteraria italiana di cui non si può non andare fieri.

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