Un romanzo avvincente, commovente ed istruttivo, da leggere soprattutto in questo momento storico.
"Mi lasciai scivolare nella vasca e misi la testa sotto l'acqua. Là, in quel mondo ovattato, simile al silenzio che avevo sentito dopo l'esplosione che aveva devastato la cucina e ucciso Aisha, provai lo strano desiderio di essere un pesce. Di vivere in quel rassicurante mondo subacqueo dove non si univano nè grida nè spari, dove non si sentiva l'odore della morte."
"Per le generazioni nate nei campi profughi, il dolore trovava quiete in un letto di necrofilia. La morte finì per somigliare alla vita e la vita alla morte, e ci fu un periodo, durante la sua adolescenza, in cui Amal aspirò al martirio."
"Guardò in silenzio le prove di quello che gli israeliani sapevano già, e cioè che la loro storia era sorta sulle ossa e sulle tradizioni dei palestinesi. Quegli uomini arrivati dall'Europa non conoscevano nè l'hummus nè i falafel, ma li proclamarono piatti tradizionali ebraici".
"L'inesorabile verità che i palestinesi avevano pagato il prezzo dell'Olocausto ebreo."
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