mercoledì 4 aprile 2018

"Tre donne - Una storia d'amore e disamore" di Dacia Maraini



"Gli affetti famigliari sono complicati e covano delle implicazioni sconosciute. Ci si ama follemente ma anche ci si detesta. Si trovano insopportabili i gesti, le azioni, le scelte di chi ci vive accanto, ma nello stesso tempo si pensa con terrore a quando questa intimità terminerà."

"Com'è importante staccare da tutto quello che è quotidiano e noto e stranoto, dalle case che ci stanno strette per andare in visita in città sconosciute, fra volti mai visti, cercando di adattarsi a usi diversi." 

Dacia Maraini è un'autrice a cui sono particolarmente affezionata avendola scoperta molti anni fa, quando ero molto giovane. Un suo romanzo è sempre una garanzia, una scrittura impeccabile e dei personaggi, soprattutto femminili, che non si dimenticano facilmente.
L'ultima sua opera però, "Tre donne", edito da Rizzoli che ringrazio per avermi permesso di recensirlo appena uscito nelle librerie, non mi ha convinta del tutto.

Ci sono appunto tre donne, di età differenti; Gesuina la nonna sessantenne fin troppo eccentrica, mamma Maria, intellettuale, sempre immersa nelle sue traduzioni e nel suo mondo romanzato, e Lory la figlia adolescente e arrabbiata con il mondo.
La narrazione è a tre voci che non potrebbero essere più diverse; tre donne della stessa famiglia, che vivono nella stessa casa, e alternano amore e odio nei confronti una dell'altra.
Gesuina vive di "affettuose simpatie" con ragazzi molto più giovani di lei, Lory ha una storia poco impegnativa con un suo coetaneo, mentre Maria è innamorata persa di François, il bel francese con cui ha da anni una relazione a distanza, e che a volte si palesa a casa loro e la porta a fare viaggi per lei straordinari.

Come dicevo, questo romanzo non mi ha convinta perchè non mi ha appassionata più di tanto, e soprattutto nessuna delle protagoniste mi ha colpita particolarmente. Ognuna di loro tende ad infastidire il lettore; Gesuina per la sua esagerata voglia di essere ancora giovane ed intraprendente, per la sua malcelata leggerezza. Lory per il suo egoismo di adolescente un pò troppo superficiale, Maria per la sua eccessiva ingenuità e bontà d'animo che la fanno apparire in tutto e per tutto una vittima. Le prime due vivono in sostanza sulle spalle della povera Maria, che tira avanti la carretta da sola; in quella casa si vive grazie alle sue traduzioni e grazie al fatto che lei fa tutto per tutti. Le sue lettere a François sono di una tenerezza sconcertante, di un'ingenuità indifendibile anche per chi ama le storie d'amore.

Dopotutto, conoscendo l'autrice e la sua arguzia, penso che la Maraini abbia voluto di proposito scatenare queste sensazioni di fastidio nel lettore, abbia volutamente tratteggiato dei personaggi femminili non necessariamente positivi o interessanti, riuscendo ancora una volta a scoprire le fragilità di non una ma ben tre donne, e toccando corde delicate che spiazzano il lettore.

La delicata saggezza dell'autrice, che si ritrova in tante piccole perle sparse qua e là nel romanzo, vale ancora una volta la lettura di un suo romanzo, sperando non smetta mai di scriverne.

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