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domenica 10 giugno 2018

" Eleanor Oliphant sta benissimo" di Gail Honeyman


"Ci sono giorni in cui i miei legami con la terra mi sembrano così labili che i fili che mi tengono fissata al pianeta sono sottili come una ragnatela, come zucchero filato."

"Mi rendevo conto che sarebbe stato utile parlarne con qualcuno. Lo ricordavo dal passato. A quanto pareva, parlare faceva bene e aiutava a dare alle preoccupazioni la giusta prospettiva."

"Dovevo far succedere qualcosa, qualsiasi cosa. Non potevo continuare a passare accanto alla vita, sopra, sotto, attorno."



Caso editoriale internazionale, edito in Italia da Garzanti,"Eleanor Oliphant sta benissimo" è l'opera prima della scrittrice scozzese Gail Honeyman.

Narrato in prima persona proprio dalla protagonista Eleanor, trentenne con una vita ordinaria fatta di ufficio, casa, routine e tanta solitudine, rischia di essere una storia piuttosto triste e piatta, ma appunto rischia soltanto.
Eleanor è un personaggio pieno di contraddizioni, soprattutto all'inizio può risultare persino insopportabile con la sua apparente ristrettezza mentale, con le sue paranoie, le sue insopportabili pignolerie, il suo dire sempre ciò che pensa anche se assurdo e per niente rispettoso.
Eleanor è anche dissacrante, spiritosa e leggera nonostante la sua vita tutt'altro che semplice; affronta tutto con uno spirito fondamentalmente ottimista, si crogiola nella sua solitudine ma in realtà aspetta solo di essere salvata.
Come una normale trentenne single, Eleanor lavora, interagisce quel poco che basta con colleghi con cui non condivide nulla e che anzi la trovano stramba e pure piuttosto sfigata, torna a casa, beve vodka e non ha nessun tipo di vita sociale, anzi perlopiù ignora la maggior parte delle convenzioni sociali.
L'incontro con Raymond, un suo coetaneo e collega da lei ignorato e mal considerato, e in seguito con l'anziano Sammy, segneranno lentamente un punto di svolta nella sua vita, fatta di ricordi incompleti e tragici che hanno segnato la sua complessa personalità.
La gentilezza e la capacità di ascoltare sono ciò di cui Eleanor aveva bisogno, doti sempre più rare nella nostra scoietà, dove non soltanto chi è vedovo, anziano, malato, può essere vittima di una spietata solitudine senza sbocchi, pur vivendo ogni giorno in mezzo a migliaia di persone.
Proprio scoprendo che esistono anche persone gentili, in grado di ascoltare e di non giudicare, Eleanor riuscirà pian piano ad aprirsi e a svelare i segreti che si celano dietro le sue manie e dietro alle spietate conversazioni telefoniche con la madre detenuta.

Una protagonista indimenticabile, che incarna perfettamente il signifcato della parola "resilienza".
Una scrittrice di sensibilità rara, che sa scavare nell'anima di individui spesso invisibili, ritenuti strani o disprezzati per il loro non conformismo. Sa dargli voce e sa andare oltre alle apparenze, alla superficialità collettiva, usando una scrittura minuziosa e delicata.
Un romanzo straordinario, perchè Eleanor Oliphant non sta benissimo, ma ha un insegnamento per tutti noi, anzi più di uno.

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