martedì 10 luglio 2018

"Divorare il cielo" di Paolo Giordano






" Dal letto dov'ero sdraiata, guardavo gli oggetti della stanza allontanarsi e avvicinarsi, come se la casa intera avesse un respiro."

"Scriveva enorme, al centro del foglio, -La nostra impresa è l'assalto al cielo!- scriveva -Noi dobbiamo divorarlo, il cielo!"


Teresa trascorre le sue estati di bambina e poi ragazza a Speziale, in quella Puglia terra di origine di suo padre, che la incanta e la attrae a sè come una calamita.
Quei tre ragazzi della masseria vicina, che scorge una notte farsi un bagno clandestino nella piscina della casa di sua nonna, segneranno per sempre la sua vita all'apparenza già ben delineata, sconvolgeranno quel destino di ragazza di buona famiglia che la attendeva senza troppi intoppi e sorprese.
Bern, Tommaso e Nicola. Soprattutto Bern, il suo unico grande amore; un ragazzo pieno di contraddizioni, tendente ai fanatismi, capace soltanto di passioni assolute.
Per lui Teresa lascerà ogni sua certezza, abbandonandosi ad una vita incerta, in una sorta di comune all'interno di quella masseria da cui non riuscirà mai a staccarsi, come stregata non soltanto dalla personalità di Bern, ma anche e soprattutto da quella terra, dalla sua gente, dalla natura impietosa.

"Divorare il cielo" è un romanzo potente, lungo, scritto magistralmente perchè Giordano è un vero scrittore e su questo non ci piove.
Narrato in prima persona da Teresa, indaga però molto bene nelle personalità e nei pensieri degli altri protagonisti.
Tocca temi importanti quali l'ambientalismo, la religione, la fecondazione assistita, la solitudine. Delinea personaggi complessi, ingombranti, contraddittori nel loro modo di agire e di rapportarsi agli altri.
Parla di amicizia, è forse più una storia di amicizia che non d'amore, e di sicuro è una storia non banale.
Anni fa avevo adorato la sua opera prima, "La solitudine dei numeri primi",e con questo suo ultimo romanzo Giordano conferma senza dubbio di essere un grande scrittore.

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