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domenica 17 aprile 2016

" La tristezza ha il sonno leggero" di Lorenzo Marone

" La prima cosa che direi a un figlio, una volta adulto, sarebbe: - Fai il possibile perchè ciò che ti piace non diventi un passatempo da coltivare solo nel fine settimana. E' la via più diretta per trasformarsi in un infelice.-"

" Inutile temprare i bambini alle prove, tanto ci penserà la vita. Meglio giocare a pallone, finché si può."

" Diciamocelo: se c'è una cosa che fa proprio paura è la felicità. Non sai mai quando arriva. E, soprattutto, quando se ne va."

Erri ha un nome strano come la sua famiglia allargata, ma è un tipo normale, fin troppo. Vive la sua ordinarietà come uno scolaro diligente, e forse gli va anche bene così, fino al giorno in cui la moglie Matilde lo sveglia dal suo torpore, comunicandogli che ha un amante e che tra loro è finita.
Da quel momento Erri dovrà riprendere in mano la sua vita, i suoi quarant'anni, e soffermarsi finalmente a fare ciò che più ha sempre temuto; guardarsi dentro e capire che cosa vuole davvero, che cosa davvero lo rende felice, scavando nei suoi ricordi e affrontando finalmente la sua ingombrante famiglia, capendo che forse è giunta l'ora di liberarsi (o ribellarsi?) da quel passato a cui ha sempre dato fin troppa importanza.

Che dire di questo libro dai capitoli brevi e dal ritmo incalzante? E' un bel libro, semplicemente un bel libro; divertente, autoironico, mai pesante, profondo e ricco di saggezza e di frasi da annotare.
Una galleria di personaggi unici, dalla madre Renata donna tutta d'un pezzo, politica di Destra, che sembra essere la causa principale dei problemi di tutti i suoi figli, al padre assente e un pò matto o solo sempre alla ricerca della sua personale felicità, all'affidabile patrigno Mario, ai fratelli cocchi di mamma fino alle sorellastre Flor e Arianna, due donne completamente diverse ma fondamentali nella sua vita.
Il racconto di Erri è un pò una confessione delle sue paure, delle sue manie, dei suoi ricordi e della sua nuova vita, che gli dà la possibilità di rimettersi in gioco, di sentirsi ancora vivo come quando si è ragazzi, togliendosi anche il fardello di quel figlio che non è mai arrivato e che ha mandato in pezzi il suo matrimonio.
E' una crescita, quella crescita che non è forse mai troppo tardi da intraprendere, di sicuro non per il nostro caro Erri, che ci diverte, ci commuove, obbliga anche noi lettori a soffermarci su quei pensieri che tentiamo di rimandare nella frenesia della vita quotidiana, e ci porta a scorpire quale sarà la sua decisione, quella che gli cambierà la vita, e che forse ci lascerà perplessi e un pò insoddisfatti, perchè la vita è anche questo.



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