martedì 13 ottobre 2015

" Ciò che resta di noi " di Virginia Della Torre


" Cesare una volta mi ha detto che si nasce soli e si muore soli, io, solo, ci sono sempre stato e non ce la faccio più."

" Io non ho davanti a me un futuro come invece hai tu, non ho nemmeno la proiezione di una vita, a dire il vero."

La storia e l'ambientazione di questo libro sono originali e meritevoli; una storia d'amore interamente ambientata in un manicomio negli anni '80. Alessandro e Camilla sono due adolescenti con esperienze molto diverse alle spalle. Alessandro è stato rinchiuso in manicomio in tenera età perchè rimasto solo al mondo e considerato fondamentalmente troppo vivace, mentre Camilla ha una famiglia che le vuole bene ma soffre di gravi crisi epilettiche. Le loro vite si intrecciano in un posto in cui è praticamente impossibile ci sia spazio per un amore, ma loro riescono a vivere nonostante tutto l'anno più bello della loro vita.
Per Alessandro sarà l'unico anno di vera vita, non di sola sopravvivenza, di quell'esistere passivo che l'ha portato a compiere 18 anni senza sapere nulla di ciò che c'è fuori e senza sapere cosa significhi non essere soli.
Una storia struggente narrata da una scrittrice sedicenne. Per questo mi sarei aspettata una scrittura un pò meno classica, dei dialoghi più adatti a due adolescenti degli anni '80.
Insomma buone le intenzioni, ottimo il tema, il voler ricordarci cos'erano i manicomi e per quali futili motivi ci si finiva, ma un pò più di modernità non mi sarebbe dispiaciuta.

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